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Foto scattata al campo rom Casilino 900 (Roma) durante la visita del Commissario Hammarberg (CoE) nel 2009.
© Consiglio d'Europa/Sandro Weltin

I diritti delle minoranze e la popolazione Rom

Autore: Martina Lucia Lanza, MA in Istituzioni e politiche dei diritti umani e della pace, Università di Padova / Collaboratrice del Centro diritti umani

La definizione di minoranza e la protezione e promozione dei diritti

Le Nazioni Unite, nella Dichiarazione del 1992 sulle minoranze, si riferiscono ad una minoranza come ad un gruppo che differisce dalla maggior parte della popolazione di una nazione e che detiene una propria identità nazionale o etnica, culturale, religiosa e linguistica.
Inoltre, una minoranza è posta in una posizione non-dominante nella società in cui si trova ed è quasi sempre numericamente minoritaria. Tuttavia, vi è anche la possibilità che un gruppo sia numericamente maggioritario ma venga considerato in una posizione non dominante, come è successo, per esempio, alla popolazione di colore durante l’apartheid in Sudafrica.
La connotazione di una minoranza si basa quindi sia su criteri soggettivi - il volere da parte dei membri di un gruppo di preservare le proprie caratteristiche e il desiderio degli individui di essere considerati come facenti parte di questo gruppo - sia su alcuni requisiti oggettivi come l’origine etnica comune.
Tuttavia, è difficile tracciare una definizione omnicomprensiva di cosa si intenda per minoranza, data la varietà di situazioni in cui una minoranza può vivere e autopercepirsi: alcuni gruppi vivono assieme e in un'area ben definibile, altri vivono sparsi per tutto un Paese, alcune comunità hanno una forte identità collettiva e una storia definita, mentre altre detengono solo una nozione frammentata della propria cultura comune.

Paradossalmente, le “minoranze” (etniche, linguistiche, religiose) trovano riconoscimento e tutela in misura più estesa rispetto ai “popoli”, con questa precisazione: che i diritti riconosciuti dall’art. 27 del Patto internazionale sui diritti civili e politici e dalla apposita Dichiarazione delle Nazioni Unite del 1992 sono imputati non all’ente collettivo “minoranza”, ma ai singoli appartenenti. L’art. 27 recita: “In quegli Stati, nei quali esistono minoranze etniche, religiose o linguistiche, gli individui appartenenti a tali minoranze non possono essere privati del diritto di avere una vita culturale propria, di professare e praticare la propria religione, o di usare la propria lingua, in comune con gli altri membri del proprio gruppo”

Al di là delle difficoltà di definizione, le Nazioni Unite richiamano gli Stati alla promozione e protezione dei diritti delle persone appartenenti a minoranze, principalmente attraverso le seguenti misure:

- tutela della sopravvivenza e dell’esistenza: protezione dell'esistenza fisica delle persone appartenenti ad una minoranza, inclusa la protezione da e nel corso di situazioni di sfollamento interno, da crimini internazionali come il genocidio e i crimini contro l'umanità;
- protezione dalla discriminazione e dall’eguaglianza di fronte alla legge: l'implementazione dei diritti delle persone appartenenti a minoranze abbisognano non solo di comprendere e affrontare le disuguaglianze, ma anche di preservare la diversità;
- promozione e protezione dell'identità delle minoranze: prevenire l'assimilizzazione forzata e la perdita di cultura, religione e lingua;
- efficace e significativa partecipazione: sono richiesti meccanismi che assicurino le diversità della società rispetto ai gruppi di minoranze si riflettano nelle istituzioni pubbliche e che siano adeguatamente rappresentati, consultati e abbiano la possibilità di esprimere la propria opinione nelle questioni che riguardano il territorio in cui abitano.

La popolazione Rom come minoranza etnica o nazionale

Il termine Rom, che significa ‘uomo’ in lingua romanì, viene genericamente utilizzato a livello europeo ed internazionale per indicare le diverse comunità afferenti all’etnia Rom.
L’origine comune di tali popolazioni è riconducibile all’area geografica dell’India del nord e della valle del Gange, infatti studi filologici dimostrano le forti somiglianze linguistiche tra il romanì (lingua della popolazione Rom) e alcune lingue neo-indiane.
Quindi, dall’India, circa 800-1000 anni fa, questa popolazione è migrata verso la Persia e l’Armenia, giungendo ai territori di lingua greca, per poi, attorno al 1300, sfuggire all’incalzare dell’Impero Ottomano che intentava ridurla in stato di servitù feudale. Sarà quindi all’inizio del 1400 che la popolazione Rom giunge in Europa centrale.
Ad oggi, la popolazione Rom è una minoranza etnica distinta e dispersa in tutto il mondo. I Rom residenti in Europa sono circa 12 milioni.
I Rom europei possono essere suddivisi in tre gruppi principali:

- Rom,
- Sinti o Manush,
- Kale o Gypsies spagnoli.

A loro volta, i Rom si suddividono in diversi sottogruppi, i quali prendono il nome anche dalla professione esercitata nel passato: Kelderash, Lovari, Gurbeti, Chiurari, Ursari.
Questi gruppi parlano diverse varianti del romanì e costituiscono l’87-88% della popolazione Rom complessivamente considerata.

I Sinti o Manush si registrano per la prima volta in diverse regioni di lingua tedesca (Germania, Svizzera e Austria) in cui si sono insediati nel 1400 e parlano una variante del Romanì fortemente influenzata dal tedesco. Del gruppo Sinti si rinvengono sottogruppi in Italia (Lombardia e Piemonte), e nel sud-est della Francia (Provenza), le cui lingue hanno assimilato diversi vocaboli italiani.
Essi rappresentano il 2-3% del totale della minoranza Rom.

I Kale o Gipsy spagnoli (chiamati anche gitanos) hanno attraversato i Pirenei nel 1500 e vivono adesso nella penisola iberica e nel sud della Francia. Hanno quasi completamente perso l’uso della lingua romanì e parlano invece il Kalò, lingua che deriva dallo spagnolo con alcuni termini romanì.
I Kale sono circa il 10% della popolazione Rom complessiva.

Inoltre, altri gruppi importanti sono i Romanichals che vivono in Inghilterra e Galles e che parlano una versione anglofona del romanì ed i Travellers irlandesi, popolazione etnicamente distinta dai Rom/Sinti/Kale, la quale è stata riconosciuta come comunità indigena dalla Repubblica d’Irlanda.

La maggioranza dei Rom europei (80-85%) sono oggi stanziali, ossia non vivono più spostandosi di zona in zona e di Paese in Paese.
Quelli che mantengono uno stile di vita itinerante sono rintracciabili principalmente in Francia, Paesi Bassi, Belgio, Lussemburgo, Svizzera, Irlanda e Regno Unito. Tuttavia, molti di questi si stanno muovendo verso una vita stanziale.

Le date importanti per la comunità Rom sono le seguenti:

- 8 aprile: giornata internazionale dei Rom;
- 2 agosto: giornata internazionale di commemorazione dei Rom e Sinti vittime della seconda guerra mondiale e dello sterminio da parte del nazi-fascismo (denominato in lingua romanì Porrajmos);
- 5 novembre: giornata internazionale della lingua romanì.

Risorse

Aggiornato il

25/7/2015