dialogo interculturale

Dichiarazione finale adottata dalla Conferenza internazionale su “Dialogo interculturale per lo sviluppo di una nuova (plurale, democratica) cittadinanza”

Conferenza internazionale “Dialogo interculturale per lo sviluppo di una nuova (plurale, democratica) cittadinanza”. Università di Padova, Aula Magna ‘G. Galilei’, 2-3 marzo 2007. Foto del gruppo dei partecipanti.
© Centro diritti umani - Università di Padova

Organizzata dal Centro interdipartimentale sui diritti della persona e dei popoli dell’Università di Padova a conclusione del Progetto Europeo di ricerca Jean Monnet-European Community Studies Association-ECSA, coordinato dal Centro Diritti Umani e dal Centro europeo d’eccellenza Jean Monnet dell’Università di Padova e realizzato con la partecipazione attiva delle Università di Atene-Panteion, Lodz, Malta, dell’Istituto Europeo di Lodz e di ECSA-Grecia.

Università di Padova, Aula Magna ‘Galileo Galilei’, 2-3 marzo 2007.

Dichiarazione finale 
(traduzione dal testo originale inglese)

 

Facendo seguito alle precedenti Conferenze Jean Monnet-ECSA, in collaborazione con la Commissione Europea, svoltesi a Bruxelles a partire dal 2002, il Progetto Europeo di Ricerca su “Il ruolo del dialogo interculturale per lo sviluppo di una nuova (plurale, democratica) cittadinanza”, promosso da una rete di Cattedre Jean Monnet, di Associazioni per lo studio della Comunità Europea, ECSA, e di Poli europei d’eccellenza Jean Monnet ha prodotto un ricco risultato, approfondite riflessioni e dibattiti tra accademici, operatori e studenti.

Siamo convinti che un vero Dialogo interculturale comporta l’esercizio di importanti virtù democratiche:

1.la virtù cognitiva (cognitive virtue):
se le opinioni non sono rigide in partenza, un dialogo aperto può dar luogo a nuovi, più appropriati e articolati punti di vista e incrementare la conoscenza reciproca;

2.la virtù civica (civic virtue):
il dialogo interculturale forma cittadini ‘migliori’ (più informati, attivi, responsabili) e abbassa la propensione all’intolleranza e ai comportamenti violenti;

3.la virtù del governare (governance virtue):
i processi e le decisioni in grado di coinvolgere tutti i segmenti della società mediante la partecipazione attiva dei cittadini, rafforzano la comunità politica e la arricchiscono di maggiore legittimazione e di più efficace capacità decisionale.

Consapevoli dell’importanza di un approccio equilibrato alla costruzione politica del futuro dell’Unione Europea per tutti i suoi cittadini “nella reciproca fiducia” (confidence-building),

Ci dichiariamo convinti che:

1. tutti gli uomini e tutte le donne sono creati eguali e hanno il diritto a piene ed eguali opportunità. L’Unione Europea ha la responsabilità di perseguire il Bene comune di tutti, non soltanto di coloro che si trovano al suo interno ma anche di coloro che sono nei suoi “dintorni” (Neighbours), vicini e lontani;

2. questa responsabilità dell’UE deve essere condivisa con i suoi partners. In una società diversificata e pluralista, il primo imperativo del governare democraticamente è quello della partecipazione e il diritto di tutti gli individui e di tutte le collettività deve essere preso in rispettosa considerazione nel perseguimento di ciò che il bene comune richiede, per la massima coesione nella piena solidarietà;

3. il paradigma dei Diritti Umani, al suo più alto livello di realizzazione possibile, sta a fondamento dello sviluppo integrale di ogni persona umana;

4. il genuino e rispettoso Dialogo Interculturale è la necessaria arte e il necessario strumento per individuare e perseguire il Bene Comune;

5. insieme, attraverso e al di là degli Stati e dei Popoli membri dell’Unione Europea, possiamo realizzare l’idea della Cittadinanza Plurale e Inclusiva, radicata nei Diritti Umani, nei valori comuni e nel perseguimento del Bene comune;

6. l’idea della Cittadinanza Inclusiva, praticata nelle città, ad ogni livello, in ogni ambito di decisione e in seno alla Società Civile, in particolare nel Partenariato Euro-Mediterraneo, implica: (1) la non esclusione pregiudiziale di qualsiasi sistema di fede o di valori dal partecipare nei processi decisionali e dalle politiche e azioni che promuovono e salvano la vita, (2) il principio fondamentale di “non dominanza”;

7. in questo modo continueremo a scoprire che ciò che ci unisce è molto più consistente di ciò che può dividerci;

8. gli Stati e i Popoli dell’Unione Europea vogliono coinvolgersi pienamente in un dialogo orientato all’azione e a considerare di concepire, quale impegno da condividere con i propri partners, nuovi meccanismi per sviluppare la cittadinanza. Accogliamo con favore l’iniziativa di Dialogo Preventivo (pre-emptive dialogue) proposta dal Ministro degli Esteri della Repubblica di Malta, Michael Frendo, e siamo determinati a esplorare ogni opportunità, in qualsiasi settore, per la sua realizzazione;

9. qualsiasi reale o supposta mancanza di principi o di valori morali o di ‘doppi standards’ può superarsi e l’Unione Europea deve dare appropriata testimonianza del suo impegno e della sua fedeltà ai valori che ineriscono alla Cultura Europea e ai suoi fondamenti politici, sociali e morali;

10. questa apertura alla Cittadinanza Universale, Eguale e Inclusiva e il coerente impegno degli Stati e dei Popoli dell’Unione Europea possono condurre, se messi reciprocamente in atto attraverso un genuino dialogo e l’impegno per valori condivisi, ad un nuovo livello di unità nella diversità.

Tradurre insieme i valori in azioni attraverso il dialogo rafforzerà e renderà irreversibile le partnerships basate sulla cittadinanza nel perseguimento del Bene Comune.

Padova, 3 marzo 2007

Sottoscritta dai professori e ricercatori del Progetto di Ricerca Europeo “Il ruolo del dialogo interculturale per lo sviluppo di una nuova (plurale, democratica) cittadinanza” operanti nei Gruppi transnazionali di Atene (Panteion University e ECSA-Grecia), Lodz (Università e Istituto Europeo), Malta (Università), Padova (Università: Centro Diritti Umani e Centro europeo d’eccellenza Jean Monnet).

Elenco dei partecipanti al Progetto Europeo di Ricerca
Neila Akrimi, Université de Tunis
Carlos Ballesteros, National Autonomous University of Mexico, ECSA-Mexico
Enrique Banùs, University of Navarra
Léonce Bekemans, Poland University in Czestochowa
Dimitris N. Chryssochoou, University of Crete
Paola Degani, University of Padua
Giuseppe Grampa, University of Padua
Giampiero Griffo, Disabled Peoples’ International
Kumiko Haba, Hosei University, Tokyo, ECSA-Japan
Guy Harpaz, Hebrew University of Jerusalem
Aomar Ibourk, University of Cady Ayyad, Morocco
Deniz Ilgaz, Bogazici University in Istanbul, Turkey
Anna Jedrzejewska, European Institute in Lodz, Poland
Maria Karasinka-Fendler, European Institute in Lodz, Coordinator of the Research Team in Lodz
Stanislaw Konopacki, University of Lodz, Poland
Slim Laghmani, University of Tunis
Erwan Lannon, University of Ghent
Kostas A. Lavdas, University of Crete
Jinan Limam, University of Tunis
Marco Mascia, University of Padua, Coordinator of the Research Team in Padua
Çigdem Nas, University of Marmara in Istanbul
Iro Nicolacopoulou, Panteion University, Athens
Vincenzo Pace, University of Padua
Antonio Papisca, University of Padua, Coordinator of the European Research Project
Rosa Maria Piñón Antillón, National Autonomous University of Mexico, ECSA Mexico
Fatiha Sahli, University of Cady Ayyad, Morocco
Roberto Scarciglia, University of Trieste
Kazimierz Sobotka, European Institute in Lodz, Poland
Klaus Starl, European Training and Research Centre for Human Rights and Democracy, Graz
Gerald M. Steinberg, University of Bar Ilan, Israel
Constantine Stephanou, Panteion University, ECSA-Greece, Coordinator of the Research Team in Athens
Johannes Thomas, University of Paderborn
Stefano Valenti, Council of Europe
Annaleen Van Bossuyt, University of Ghent
Peter Van Elsuwege, University of Ghent
Peter G. Xuereb, University of Malta, Coordinator of the Research Team in Malta

Parole chiave

cittadinanza dialogo interculturale conferenza

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