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Il settore "Cultura"

Gruppo di danzatrici cinesi durante un concerto per persone con disabilità tenutosi presso la sede dell'UNESCO a Parigi (Francia).
© UNESCO

Il Settore "Cultura"

Questo settore risponde ad uno degli scopi principali dell’UNESCO: quello della conservazione della cultura planetaria, della cultura umana, come indicato nella sua Costituzione (art. 2/c).

Per questo motivo l’Organizzazione incoraggia e sostiene le ricerche culturali in tutti i continenti, promuovendone quindi la diffusione, anche attraverso proprie pubblicazioni specifiche. 

Il dialogo fra culture, tematica compresa nella Divisione dedicata alla diversità culturale, è qui inteso sia nel senso di strategia politica di convivenza e sviluppo umano, quindi mediazione, inclusione e ricerca di valori e concetti comuni, sia nella concreta condivisione delle diverse forme che la cultura può assumere rispetto al contesto in cui nasce.

Questo settore è particolarmente denso di obiettivi, distribuiti all’interno delle Divisioni in cui è ripartito (vedi schema) e di azioni di tutela. Da sottolineare che l’UNESCO deve la sua popolarità soprattutto all’attività di protezione del patrimonio dell’umanità, nelle varie forme espressive in cui si presenta, grazie anche all’azione normativa svolta ed alla sensibilizzazione delle comunità locali ad operare per la sua salvaguardia.

Grande importanza assume, in questo contesto, il concetto di diversità culturale, il cui riconoscimento ed accettazione è il primo passo verso un effettivo dialogo fra culture. Con la Dichiarazione sui principi della cooperazione culturale internazionale del 1966 viene data un’interpretazione fortemente dialogica alla diversità culturale, che necessariamente prevede il rispetto delle culture locali e richiede piena collaborazione internazionale. Questo conduce ad un’interazione sia con altre agenzie specializzate delle Nazioni Unite che con ONG riconosciute, con le quali l’UNESCO attiva programmi di ricerca ed attua i progetti previsti.

Il concetto si è poi evoluto ed attualmente la considerazione di partenza, che sta a fondamento di tutta la ricerca ed il lavoro del Settore Cultura dell’UNESCO, è il riconoscimento della diversità culturale come un «patrimonio comune dell'umanità». La diversità culturale è un arricchimento per l’umanità in quanto motrice di sviluppo, sia economico sia della vita intellettuale, affettiva, morale e spirituale. Il concetto, già espresso nel 2001 con la Dichiarazione Universale UNESCO sulla diversità culturale, nella quale si trovano anche le definizioni di riferimento, è poi più fortemente ripreso e ribadito nella Convenzione sulla protezione e la promozione della diversità di espressioni culturali del 2005 (rat.Italia 19/2/07), all’art.1.
Ma è a seguito dell’Agenda 2030 del 2015 che la salvaguardia e la promozione della cultura diventano fondamentali di per sé, oltre che in relazione con lo sviluppo di molti degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs). 

Le tematiche di competenza del Settore si riferiscono alle Divisioni in cui è organizzato. In particolare:

  • Centro Patrimonio Mondiale: in relazione ad uno dei mandati UNESCO, quello di prestare particolare attenzione alle nuove minacce globali che possano pregiudicare il patrimonio naturale e culturale, questa Divisione si occupa di garantire la conservazione dei siti e dei monumenti per contribuire così alla coesione sociale. Il riferimento normativo è la Convenzione concernente la protezione del patrimonio culturale e naturale mondiale, 1972 (rat. Italia 1978). 
    Il patrimonio mondiale, al settembre 2024, include 952 beni culturali, 231 naturali e 40 misti in 168 Stati Parte. Si ricorda che 196 Stati Parte hanno ratificato la Heritage Convention.
  • Inter-Agency Platform on Culture for Sustainable Development (IPCSD): è una piattaforma lanciata nel 2021 per ospitare il dialogo tra trenta enti nazionali e regionali sulla cultura nel contesto dello sviluppo sostenibile. Dal 2023 si occupa anche della co-creazione di progetti e nel sostegno delle attività nei Paesi membri. 

A queste attività progettuali, si affiancano poi 26 Campagne Internazionali di salvaguardia dell’UNESCO, a partire dal 1960, che spesso servono da trampolino di lancio per la nomina di un sito nel World Heritage List. Come esempio, scegliendo tra le Campagne intraprese:

- Città di Venezia, del 1966, lanciata per tutelare la città dal pericolo di essere sommersa. La campagna ha prodotto un progetto, ideato attraverso una importante azione sinergica fra esperti tecnici e finanziari, ed è risultata essere fonte di grande ispirazione per i lavori della World Heritage Convention.
- Tiro ed il suo entroterra: per questa antica città fenicia è stata attivata una campagna nel 1998, in seguito ad una segnalazione internazionale, ed una missione UNESCO ne ha visitato il sito nel 2006 per rilevare i danni riportati dopo la guerra.

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cultura pace dialogo interculturale

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