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La spesa in armamenti nel mondo (2009)

Scultura realizzata con armi di piccolo calibro in laboratori di formazione per fabbri apprendisti e in ambito artistico, dal quale è scaturita l’esposizione ‘To Be Deter-mined / At Arms Length’ realizzata nell’ambito di un progetto promosso dal Governo della Cambogia in collaborazione con l’Unione Europea (1998).

L'impiego di forze militari in operazioni di peacekeeping sotto l'egida delle Nazioni Unite, o in missioni all'estero condotte unilateralmente o nell'ambito di organizzazioni regionali come la NATO, ha portato i governi a confrontarsi con la necessità di modernizzare le loro forze armate.

Questa ristrutturazione riguarda sia l'innovazione tecnologica nel settore militare, mirata a migliorare le capacità operative, sia l'ambito del personale. Molti paesi, inclusa l'Italia, hanno abbandonato la leva obbligatoria, optando per eserciti composti da professionisti volontari. Inoltre, soprattutto negli Stati Uniti, si osserva un fenomeno di "privatizzazione" delle forze armate. I ministeri della difesa affidano a società private compiti che in passato erano svolti dalle forze armate, come l'addestramento delle truppe, l'intelligence, la consulenza militare e i servizi logistici.

L'evoluzione della nozione di sicurezza e la riorganizzazione delle forze armate influenzano l'entità della spesa militare. La spesa pubblica destinata alla "difesa" alimenta e rafforza il complesso militare-industriale, che continua a vedere una crescita costante dei profitti ogni anno.

Secondo l’ultimo annuario del SIPRI (Istituto internazionale di Stoccolma per la ricerca sulla pace), aggiornato nell'aprile del 2024, la spesa militare mondiale ha raggiunto nel 2023 il livello record di 2.443 miliardi di dollari (circa 2.244 miliardi di euro). Ciò rappresenta un incremento del 6,8% rispetto al 2022 e riflette l’impatto dell'invasione russa dell'Ucraina e le crescenti tensioni geopolitiche in Asia, Oceania e Medio Oriente.

Per la prima volta dal 2009, la spesa militare è aumentata in tutte e cinque le regioni geografiche. Il peso militare globale, ossia la spesa militare come percentuale del PIL mondiale, è cresciuto al 2,3%, mentre la quota media della spesa militare sul totale della spesa pubblica dei governi è salita al 6,9%. I cinque maggiori paesi in termini di spesa militare nel 2023 sono stati gli Stati Uniti (916 miliardi di dollari), la Cina (296 miliardi di dollari), la Russia (109 miliardi di dollari), l’India e l’Arabia Saudita.

Le spese degli Stati Uniti continuano a rappresentare il 39% della spesa militare globale con un budget che ha raggiunto i 916 miliardi di dollari nel 2023, dovuto in parte alla loro presenza militare globale e al continuo sostegno all'Ucraina. Anche la Cina, seconda per spesa, ha aumentato il proprio budget, arrivando a 296 miliardi di dollari, segnalando un incremento del 63% nell’ultimo decennio, concentrandosi sulla modernizzazione delle sue capacità navali e missilistiche.

Particolare attenzione va riservata alla Russia, che, nonostante la diminuzione dei ricavi da petrolio e gas, ha aumentato la propria spesa militare del 24% nel 2023, raggiungendo i 109 miliardi di dollari, a causa principalmente dell'invasione in Ucraina. Anche Israele ha visto una crescita significativa di +24% della spesa militare raggiungendo i 27,5 miliardi di dollari, dovuta principalmente all’offensiva militare su larga scala nella Striscia di Gaza. L’Iran, invece, ha visto solo un lieve aumento dello 0,6%, per un totale di 10,3 miliardi di dollari, con un focus particolare sul Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica (IRGC). 

È importante sottolineare che i dati raccolti dal SIPRI si riferiscono alle spese militari ufficiali, comunicate dai governi di 159 Paesi. Tuttavia, vi sono ragioni per ritenere che la spesa complessiva sia in realtà superiore a quella riportata nell’annuario, considerando che alcuni stati tendono a sottostimare i propri costi, in particolare quelli coinvolti in conflitti armati.

L’analisi regionale del 2023 mostra un incremento della spesa militare in ogni parte del mondo, con crescite rilevanti soprattutto in Asia meridionale e Oceania. L’incremento è stato dovuto a fattori quali le tensioni nel Mar Cinese Meridionale e le continue minacce alla sicurezza nell'area del Pacifico.

 

In conclusione, nonostante le cifre impressionanti, l'interpretazione del concetto di “spesa militare” necessita di essere ampliata. Oltre alle spese militari tradizionali, è necessario considerare quelle legate alle forze di sicurezza interna e agli apparati di intelligence, dato il crescente intreccio tra sicurezza nazionale e internazionale, in un mondo sempre più globalizzato e complesso.

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