Prevalga la legalità internazionale dei diritti umani per la pace in Medio Oriente. Opus iustitiae pax

Le più alte Istituzioni della Comunità internazionale, in particolare il Consiglio di sicurezza, l'Assemblea generale riunita in sessione speciale d'emergenza, il Consiglio diritti umani, l'Alto Commissario per i diritti umani e il Comitato per i diritti dei bambini delle Nazioni Unite, incalzano perché cessi subito la carneficina in corso nella Striscia di Gaza e si rispettino i principi e le norme della Carta delle Nazioni Unite, del Diritto internazionale dei diritti umani e del Diritto internazionale umanitario.
Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, con Risoluzione 1860 (8 gennaio 2009), sottolinea "l'urgenza e fa appello per l'immediata, durevole e pienamente rispettata cessazione del fuoco, che conduca al completo ritiro delle forze israeliane da Gaza; (...) condanna tutte le violenze e le ostilità dirette contro i civili e tutti gli atti di terrorismo; (...) fa appello per rinnovati e urgenti sforzi delle parti e della comunità internazionale per conseguire una pace completa basata sulla visione di una regione in cui due stati democratici, Israele e Palestina, vivano fianco a fianco in pace con confini sicuri e riconosciuti, come previsto nella Risoluzione 1850 (2008) del Consiglio di sicurezza".
Il Consiglio diritti umani delle Nazioni Unite, con Risoluzione A/HRC/S-9/L.1 (12 gennaio 2009), in linea con la Risoluzione del Consiglio di sicurezza, "Urge tutte le parti coinvolte a rispettare le norme del Diritto internazionale dei diritti umani e del Diritto internazionale umanitario e ad astenersi dalla violenza nei confronti delle popolazioni civili; (...) Condanna con forza le operazioni militari israeliane in corso effettuate nei Territori palestinesi occupati, in particolare nella Striscia di Gaza occupata che hanno portato a massicce violazioni dei diritti umani del Popolo palestinese e alla distruzione sistematica delle infrastrutture palestinesi; (...) Richiede alla potenza occupante, Israele, di rimuovere l'assedio e aprire tutte le frontiere per consentire l'accesso, il libero movimento degli aiuti umanitari verso la Striscia di Gaza occupata e la costituzione immediata di corridoi umanitari in conformità con gli obblighi assunti ai sensi del Diritto internazionale umanitario, nonchè di assicurare ai media libero accesso alle zone di conflitto attraverso appositi corridoi; (...) Fa appello per una protezione internazionale immediata del Popolo palestinese nei Territori palestinesi occupati in conformità con il Diritto internazionale dei diritti umani e il Diritto internazionale umanitario; (...)Sollecita un'azione internazionale urgente per porre immediatamente fine alle gravi violazioni perpetrate dalla potenza occupante, Israele, nei Territori palestinesi occupati, in particolare nella Striscia di Gaza occupata".
Il Comitato dei diritti dei bambini delle Nazioni Unite, che sovrintende all'applicazione della Convenzione internazionale sui diritti dell'infanzia del 1989, con la Dichiarazione del 14 gennaio 2009, si associa alle richieste della Risoluzione 1860 del Consiglio di sicurezza, del Segretario generale, dell'Alto Commissario per i diritti umani e del Rappresentante speciale del Segretario generale sul problema "bambini e conflitti armati" per l'immediata cessazione delle ostilità da entrambe le parti, e denuncia che "i diritti sanciti nella Convenzione, incluso il diritto del fanciullo alla vita, alla sopravvivenza e allo sviluppo, e ad essere protetto da ogni forma di violenza, sono stati palesemente violati nel corso della crisi", che "il diritto dei diritti umani è applicabile sempre, anche in situazioni di conflitto armato" e che nel "Preambolo del Protocollo alla Convenzione del 1989 riguardante il coinvolgimento dei bambini nei conflitti armati – di cui Israele è parte – gli Stati parte condannano gli attacchi sui bambini nelle situazioni di conflitto armato e le offensive dirette su obiettivi protetti dal diritto internazionale, inclusi i luoghi dove generalmente vi è presenza significativa di bambini, come scuole e ospedali".
Dal canto suo, il Parlamento europeo, anche a seguito della missione a Gaza della sua Vice Presidente Marialuisa Morgantini, si è finalmente espresso il 15 gennaio 2009 con una Risoluzione adottata a larghissima maggioranza. Il Parlamento europeo "esprime sgomento dinanzi alle sofferenze della popolazione civile a Gaza; condanna con forza in particolare il fatto che durante gli attacchi sono stati colpiti obiettivi civili e delle Nazioni Unite; esprime la propria solidarietà alla popolazione civile vittima della violenza a Gaza e nel sud di Israele; accoglie con favore l'adozione della Risoluzione 1860 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite dell'8 gennaio 2009; concorda sulla necessità di prevedere urgentemente, come richiesto dalla Risoluzione 1860, disposizioni e garanzie a Gaza per il mantenimento di un cessate il fuoco durevole che includa nel contempo il ritiro delle truppe israeliane, la riapertura stabile dei valichi di frontiera, la cessazione dell'embargo e la prevenzione del traffico illegale di armi e munizione; chiede una tregua negoziale che dovrebbe essere garantita dalla Comunità internazionale, che potrebbe includere una presenza multinazionale nel quadro di un mandato chiaro; chiede a Israele di adempiere ai suoi obblighi in forza del diritto internazionale e del diritto internazionale umanitario e ad Hamas di porre fine al lancio di razzi; esorta l'Unione Europea a prendere una posizione politica più determinata e coesa e invita il Consiglio a cogliere l'opportunità di collaborare con la nuova amministrazione statunitense per porre fine al conflitto con un accordo fondato sulla soluzione dei "due Stati", intesa a garantire una nuova struttura di sicurezza regionale e pacifica in Medio Oriente".
Si deplora con forza che la stampa e la televisione non forniscano corretta e costante informazione per quanto riguarda sia la carneficina in atto nella Striscia di Gaza, sia le chiare e perentorie prese di posizione delle sopra citate Istituzioni internazionali.
Palesemente e flagrantemente, è in atto la perpetrazione di crimini di guerra, di crimini contro l'umanità e di estese violazioni dei diritti umani, passibili di sanzioni ai sensi del vigente Diritto internazionale penale e con particolare riferimento al principio di responsabilità penale personale e al principio di universalità della giustizia penale.
Occorre agire subito per:
- la cessazione immediata della carneficina in atto nella Striscia di Gaza,
- la cessazione immediata del lancio di missili nei territori israeliani,
- la messa in opera di una tregua durevole,
- il ritiro totale delle truppe israeliane da Gaza,
- l'apertura dei valichi di frontiera,
- l'invio di una adeguata forza di interposizione sotto autorità sopranazionale delle Nazioni Unite col compito di garantire l'incolumità delle popolazioni e l'agibilità di corridoi umanitari, impedire il traffico di armi, agevolare il lavoro della diplomazia,
- facilitare l'operato della task-force di inchiesta decisa dal Consiglio diritti umani delle Nazioni Unite,
- dare attuazione alla Risoluzione 242 (1967) e alle altre pertinenti Risoluzioni del Consiglio di sicurezza in ordine al ritiro di Israele dai Territori occupati,
- favorire lo sviluppo della Unione per il Mediterraneo in una genuina Unione Mediterranea.
Occorre inoltre che l'Assemblea generale delle Nazioni Unite, col sostegno del Consiglio di sicurezza, deliberi per la accelerata creazione dello Stato di Palestina, con stabile garanzia internazionale da estendere anche a Gerusalemme, a beneficio della pace e della sicurezza dello Stato di Israele e dello Stato di Palestina: soprattutto, sicurezza umana per due Popoli in due Stati, chiamati a convivere e collaborare attivamente anche a beneficio dell'intera comunità del Mediterraneo.
Occorre perseguire penalmente i responsabili delle violazioni del Diritto internazionale dei diritti umani e del Diritto internazionale umanitario, sostenendo e facilitando il compito che il Consiglio diritti umani delle Nazioni Unite con la Risoluzione del 12 gennaio 2009 ha affidato ad una task-force comprendente numerosi Relatori speciali (Relatore speciale sulla situazione dei diritti umani del Popolo palestinese nei Territori palestinesi occupati dal 1967, Relatore speciale sul diritto alla salute mentale e fisica, Relatore speciale sulla violenza contro le donne, Relatore speciale per un alloggio adeguato, Relatore speciale sul diritto al cibo, Relatore speciale sulle esecuzioni extragiudiziali, sommarie o arbitrarie, Relatore speciale sul diritto all'educazione, Relatore speciale sulla povertà estrema) e Rappresentanti speciali delle Nazioni Unite (Rappresentante speciale del Segretario Generale sui bambini nei conflitti armati, Rappresentante speciale del Segretario Generale sulle persone sfollate), nonché l'apposita Commissione indipendente di inchiesta nominata dal Presidente del Consiglio diritti umani.
Le istituzioni internazionali e gli stati devono facilitare le iniziative di solidarietà, esemplarmente intraprese da organizzazioni nongovernative, gruppi di volontariato e Enti di governo locale e regionale in attuazione della "Diplomazia delle Città" per la costruzione della pace in Medio Oriente.
Padova, 17 gennaio 2009