UNESCO - Educazione ai diritti umani e alla pace
L’educazione ai diritti umani è inclusa nella Dichiarazione Universale dei diritti umani (art.26.2) e ripresa dai maggiori strumenti normativi internazionali come strategia primaria di diffusione della conoscenza dei diritti fondamentali della persona nella prospettiva di una convivenza di pace.
Questo stesso obiettivo è fatto proprio dall’UNESCO (“…poiché le guerre cominciano nelle menti degli uomini, è nelle menti degli uomini che si devono costruire le difese della Pace” Preambolo della Costituzione UNESCO), attraverso la scelta di un approccio globale nella didattica dei diritti umani, che riconosca l'indivisibilità e l'interdipendenza di tutti i diritti: civili, culturali, economici, politici e sociali e, attraverso questi, miri alla dimensione della pace e della convivenza democratica.
Nel corso degli anni l’UNESCO e le Nazioni Unite hanno predisposto diversi strumenti normativi e piani d’azione proprio per promuovere i concetti necessari per perseguire una cultura di pace presso le comunità internazionali.
Ricordiamo, fra i più significativi, la Raccomandazione sull’Educazione per la comprensione, la cooperazione e la pace internazionali e sull’educazione relativa ai diritti umani e alle libertà fondamentali del 1974, il Piano d’azione mondiale sull’Educazione dei diritti umani e della democrazia (Montreal 1993), la Dichiarazione e Programma d’azione della Conferenza Mondiale sui diritti umani (Vienna 1993), la Dichiarazione e progetto integrato d’azione sull’educazione alla pace, diritti umani e democrazia (Parigi 1995), il Piano d’azione per la Decade delle Nazioni Unite per l’educazione ai diritti umani (1995-2005) e, da ultimo, la Dichiarazione sull’educazione e la formazione ai diritti umani, adottata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 19 dicembre 2011.
Nel 2015, invece, è stata adottata l’Agenda 2030 nella quale sono stati stabiliti gli obiettivi universali per uno sviluppo sostenibile, i quali comprendono la riduzione delle ineguaglianze sociali ed economiche e della povertà tramite 169 sotto-obiettivi a cui tutti i Paesi devono contribuire in base alle proprie capacità.
Inoltre, l’anno 2000 è stato proclamato dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite Anno Internazionale per la Cultura di Pace ed il decennio 2001-2010 il Decennio Internazionale per la Cultura di Pace e di non violenza per i bambini del mondo.
Rilevante, anche, sia per la copertura mediatica impressionante sia per il contenuto innovativo dal quale scaturiranno importanti iniziative sui diritti delle donne e sulla promozione della cultura di pace, è l’Appello dell’UNESCO alla IV Conferenza Mondiale delle Donne: il contributo delle donne a una cultura di pace, del 1995. Impegno che si traduce in molteplici iniziative che hanno come obiettivo centrale quello di ridurre il gender-gap in vari ambiti, fornendo inoltre dati e soluzioni concrete tramite il report “UNESCO in Azione per l’eguaglianza di genere”.
Nel campo dell’educazione ai diritti umani ed alla pace, la strategia dell’UNESCO, sempre in stretta relazione con tutti gli organismi delle Nazioni Unite, consiste nel mobilitare i cittadini e le istituzioni in modo che l’educazione ai diritti umani sia garantita a tutti, con particolare attenzione ai soggetti più vulnerabili, come le donne, i bambini, gli anziani, i portatori di disabilità, le minoranze e le popolazioni indigene, le persone migranti, gli sfollati e coloro che vivono in condizioni di estrema povertà.
Obiettivo generale di tutte le attività ed a tutti i livelli dei sistemi di istruzione è indicato come acquisizione di valori, atteggiamenti e competenze necessarie per rispondere alle sfide emergenti nella società contemporanea ed al pieno sviluppo della personalità umana.
Trattando specificamente l’educazione alla pace, viene sottolineato, inoltre, che l’accesso all’istruzione ed alle varie forme di apprendimento è una condizione necessaria ma non sufficiente per una cultura di pace. È necessario un sistema istituzionale rinnovato, ma anche una formazione di base per ciascuno a tutti livelli, che comprenda i vari aspetti dell’educazione formale e non formale. L’obiettivo generale allora si concretizza nello sviluppo di un approccio olistico basato sui metodi della partecipazione e che tenga conto delle diverse dimensioni in cui si sviluppa la cultura di pace: non violenza, diritti umani, democrazia, comprensione fra nazioni e fra culture diverse.
L’indicazione, quindi, è: superamento dei conflitti, diritti umani e dialogo interculturale. Importante, per raggiungere queste finalità, il Dipartimento dell’educazione per una Cultura di pace, organismo dell’UNESCO che opera in cooperazione anche con diversi Settori e Programmi dell’Organizzazione, con il compito di:
- Monitorare l’applicazione degli strumenti dello standard-setting e dei piani d’azione.
- Eseguire i piani nazionali ed i programmi relativi all’educazione per una cultura di pace.
- Favorire il miglioramento e l’innovazione relative ai curricola, ai contenuti ed ai metodi dell’insegnamento, ai materiali didattici e la formazione degli educatori.
- Incoraggiare la cooperazione bilaterale e multilaterale per la revisione dei testi storici e geografici.
- Promuovere la diversità linguistica a tutti i livelli dell’istruzione.
- Rinforzare l’UNESCO Associated Schools Project Network (ASPnet).
- Promuovere l’educazione fisica e lo sport per una cultura di pace.
Per questo, nel contesto dell’Agenda 2030, è stato implementato il “Global Education Cooperation Mechanism” ovvero un sistema composto da incontri regolari (GEMs) ed un Comitato (HLSC) dove possono interagire vari soggetti tra cui il network degli studenti, ONG, la piattaforma multilaterale per l’educazione (MEP) e il forum globale per l’educazione (GEF).
Questo ecosistema costituisce un ambiente favorevole alla collaborazione e alla mobilitazione incentrata sul perseguimento degli obiettivi del SDG4-Education, che si propone di “fornire un’educazione di qualità, equa e inclusiva, e opportunità di apprendimento permanente per tutti”. Molti traguardi e indicatori legati all’educazione sono inoltre contenuti all’interno degli altri Obiettivi. Per favorire l’apprendimento degli Obiettivi l’UNESCO ha pubblicato “Education for Sustainable Development Goals-Learning Objectives”, una guida per i professionisti dell’educazione.
Nel novembre del 2023, inoltre, i Paesi dell’UNESCO hanno adottato la “Raccomandazione sull’educazione alla pace, ai diritti umani e allo sviluppo sostenibile”, che vede ancora al centro l’educazione in tutte le sue forme come elemento centrale per la costruzione di una pace duratura, specialmente nel contesto delle recenti minacce alla pace globale.
Attualmente l’UNESCO aderisce, insieme all’Ufficio dell’Alto Commissario per i diritti umani delle Nazioni Unite, al Programma mondiale per l’educazione ai diritti umani (World Programme for Human Rights Education - WPHRE).
Il Programma mondiale per l’educazione ai diritti umani, istituito dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 10 dicembre 2004 (A/RES/59/113), come un insieme continuativo di azioni volte a promuovere l’affermazione dei diritti umani in tutti i settori della società, prevede che ciascuna fase venga implementata perseguendo, allo stesso tempo, gli obiettivi della fase precedente.
Il programma è stato strutturato attualmente in cinque fasi:
- La prima fase del Programma (2005-2009) è stata incentrata sui sistemi educativi nella scuola primaria e secondaria,
- La seconda fase (2010-2014), attualmente in corso, si è concentra sull’educazione ai diritti umani nell’istruzione superiore e nei programmi di formazione per insegnanti, funzionari pubblici, funzionari di polizia e personale militare.
- La terza fase (2015 - 2019) è stata mirata al rafforzamento delle prime due fasi e al promuovere la formazione in ambito dei diritti umani per i professionisti dei media e per i giornalisti.
- La quarta fase (2020 - 2024) rivolta all’emancipazione dei giovani attraverso l’educazione ai diritti umani.
- La quinta fase (2025 - 2029) infine sarà incentrata sui giovani, dove i bambini saranno considerati una priorità, enfatizzando l’importanza dei diritti umani e della tecnologia, dell’ambiente, del cambiamento climatico e dell’uguaglianza di genere.
Il Consiglio per i Diritti Umani, nella sua risoluzione 39/3, ha istituito la quarta fase del Programma (2020-2024) che si concentra sull'empowerment dei giovani attraverso l'educazione ai diritti umani. In questa fase si pone un'enfasi particolare sull'educazione e la formazione all'uguaglianza, ai diritti umani e alla non discriminazione, all'inclusione e al rispetto della diversità, con l'obiettivo di costruire società inclusive e pacifiche. L'OHCHR, in accordo con gli Stati, le organizzazioni intergovernative, le istituzioni nazionali per i diritti umani e la società civile, compresi i gruppi e le organizzazioni giovanili, ha elaborato un Piano d'azione per la quarta fase del Programma mondiale per l’educazione ai diritti umani (A/HRC/42/23), che è stato successivamente adottato dal Consiglio dei diritti umani con la risoluzione 42/7.
Nella risoluzione, il Consiglio dei Diritti Umani invita l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani (OHCHR) a formulare, in accordo con gli Stati, le organizzazioni internazionali e in particolare l’UNESCO, le istituzioni nazionali per i diritti umani e la società civile, incluse le organizzazioni non-governative, uno specifico Piano d’azione per la quinta fase del Programma Mondiale per l’Educazione ai Diritti Umani, che possa essere discusso durante la 27° sessione del Consiglio diritti umani.
L'UNESCO, insieme all'UNICEF, alla Banca Mondiale e ad altre organizzazioni delle NU, ha organizzato il World Education Forum nel maggio 2015 in Corea del Sud. Durante questo Forum è stata adottata la Incheon Declaration for Education 2030 che delinea una nuova visione dell'istruzione per i prossimi quindici anni.
Infine, insieme a molte altre Agenzie e Fondi delle Nazioni Unite, inoltre, l’UNESCO fa parte dell’United Nations Inter-Agency Coordinating Committee on Human Rights Education in the School System (UNIACC) che ha la finalità di accrescere la cooperazione regionale tra le agenzie che ne fanno parte e di promuovere le questioni sui diritti umani in altre iniziative interistituzionali delle Nazioni Unite.