Rom e Sinti

Unione Europea: l’inclusione sociale ed economica della minoranza Rom come responsabilità comune

tre bambini Rom abbracciati, campagna "Dosta!", 2007
© Consiglio d'Europa

L’etnia Rom - intesa come gruppi di persone, sedentari o no, accomunati da alcune caratteristiche culturali come Sinti, Travellers, Kalé, Gens du voyage - è una delle minoranze più numerose in Europa, ed è anche particolarmente soggetta ad esclusione sociale e a condizioni di estrema povertà.
Tale situazione di marginalità e discriminazione multipla ostacola l’esercizio dei diritti fondamentali delle persone Rom, e quindi la necessità di porvi rimedio è stata intesa dai Paesi dell’UE come una responsabilità comune a cui far fronte.

Il divieto di discriminazione sulla base dell’origine etnica ed il principio dell’uguaglianza sono principi basilari dell’Unione Europea, i quali trovano fondamento nella Carta dei diritti fondamentali (art. 21) e nel Trattato sull’Unione Europea (art. 2). Inoltre, il Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea stabilisce che questa deve mirare a combattere le discriminazioni fondate sulla razza o l’origine etnica nella definizione e nell’attuazione delle sue politiche ed azioni attraverso gli opportuni provvedimenti (art. 10 e 19.1).

Oltre ai trattati, altri strumenti di diritto vincolanti dell’UE proteggono le minoranze dalla discriminazione e ne promuovono l’uguaglianza e l’integrazione:

- la direttiva sull’uguaglianza razziale (2000/43/CE): vietata la discriminazione legata a motivi razziali o di origine etnica sul luogo di lavoro e in altri ambiti, quali l’istruzione, la sicurezza sociale, la sanità e l’accesso a beni e servizi;
- la decisione quadro sulla lotta contro il razzismo e la xenofobia (2008/913/GAI) fornisce le linee guida per le disposizioni legislative e regolamentari che gli Stati membri devono applicare allo scopo di evitare reati di stampo razzista e xenofobo;
- la direttiva sul diritto di spostarsi e risiedere liberamente entro il territorio dell’UE (2004/38/CE) garantisce il diritto di libera circolazione all’interno dell’UE a tutti i cittadini, a condizione che questi lavorino, siano in cerca di occupazione, studino, o siano autosufficienti.

Per entrare nello specifico delle politiche UE rispetto alla questione dell’integrazione sociale ed economica dei Rom, di seguito verranno trattate le principali iniziative della Commissione e del Consiglio europeo.

Piattaforma europea per l'inclusione dei Rom

Il Consiglio Affari generali dell'8 dicembre 2008 ha invitato la Commissione a costituire una piattaforma europea integrata con lo scopo di perseguire l’inclusione della minoranza Rom.
Tale piattaforma ha lo scopo di organizzare lo scambio di buone pratiche e di esperienze tra gli Stati membri nel settore dell'inclusione dei Rom, fornire un sostegno in materia di analisi e stimolare la collaborazione tra tutte le parti interessate alle questioni relative ai Rom.

Il primo incontro della piattaforma si è tenuto nel 2009, nell’ambito del semestre di presidenza ceca dell’UE, ed ha avuto come esito l’adozione dei 10 principi base comuni per l’inclusione dei Rom:

1 politiche costruttive, pragmatiche e non discriminatorie;
2 approccio mirato esplicito ma non esclusivo;
3 approccio interculturale;
4 mirare all’integrazione generale;
5 consapevolezza della dimensione di genere;
6 divulgazione di politiche basate su dati comprovati;
7 uso di strumenti dell’Unione europea;
8 coinvolgimento degli enti regionali e locali;
9 coinvolgimento della società civile;
10 partecipazione attiva dei Rom.

Ogni incontro ha un tema centrale, come l’integrazione dei bambini e giovani rom nel 2013, fino al nono e ultimo incontro dell’aprile 2015 che ha riguardato il futuro della piattaforma stessa.

La Comunicazione della Commissione “L’integrazione sociale ed economica dei Rom in Europa” (2010)

La Comunicazione parte dal presupposto che l’UE è già dotata di strumenti giuridici in materia di lotta contro la discriminazione e dispone anche di finanziamenti per favorire la coesione sociale .
Tuttavia, le iniziative già esistenti hanno mostrato dei limiti, ed attraverso questa comunicazione si intendono delineare i passi necessari per adempiere alla responsabilità comune di modificare la situazione di povertà ed esclusione sociale in cui versa la minoranza Rom :

- migliorare l'attuazione delle azioni: gli strumenti finanziari europei non vengono sufficientemente sfruttati a causa della loro complessità. La Commissione dovrebbe quindi adottare misure di assistenza tecnica. Inoltre dovrebbero essere aumentate le risorse esistenti.
- adeguare le politiche pubbliche: tutte le politiche europee e nazionali pertinenti dovrebbero contribuire all'integrazione dei Rom.
- migliorare la coerenza delle politiche. Per favorire la coerenza delle azioni e la responsabilizzazione di tutti gli attori, la Commissione deve in particolare: sostenere lo sviluppo della piattaforma europea per l'integrazione dei Rom, valutare l’attuazione delle politiche e permettere ai Rom di accedere ai processi politici.
- sviluppare modelli d'intervento. La Commissione propone l'elaborazione di strategie d'inclusione adattate alle caratteristiche delle varie popolazioni Rom ed anche di modelli d'intervento per rispondere alle necessità socio-economiche fondamentali, quali il lavoro e il lavoro autonomo, l'istruzione, l'alloggio e la salute.

Comunicazione della Commissione per un "Quadro dell'UE per le strategie nazionali di integrazione dei Rom fino al 2020" (2011)

Con tale comunicazione (COM(2011) 173), la Commissione europea sollecita gli Stati membri, in proporzione all'entità della popolazione Rom che vive sui rispettivi territori e tenendo conto dei loro diversi punti di partenza, a sviluppare un'impostazione globale per l'integrazione dei Rom attraverso quattro settori cruciali: l'accesso all'istruzione, all'occupazione, all'assistenza sanitaria e all'alloggio.

Accesso all'istruzione: fare in modo che tutti i bambini Rom completino almeno la scuola primaria. Inoltre, gli Stati dovrebbero allargare l'accesso a servizi di qualità in materia di istruzione e cura della prima infanzia e ridurre il numero di abbandoni precoci dell'istruzione secondaria, secondo la strategia Europa 2020. I giovani Rom dovrebbero essere fortemente incoraggiati a seguire anche un'istruzione secondaria e terziaria.
Accesso all'occupazione: un accesso pieno e non discriminatorio alla formazione professionale, al mercato del lavoro e a strumenti e iniziative per il lavoro autonomo. Occorre inoltre incoraggiare il microcredito e dedicare la debita attenzione, nel settore pubblico, all'assunzione di funzionari qualificati di minoranza Rom. I servizi pubblici per l'impiego possono rivolgersi ai Rom mediante servizi personalizzati e mediazione.
- Accesso all’assistenza sanitaria: gli Stati membri dovrebbero garantire ai Rom, specialmente ai bambini e alle donne, l'accesso a un'assistenza sanitaria di qualità, e fornire loro cure preventive e servizi sociali dello stesso livello e alle stesse condizioni del resto della popolazione. Laddove possibile, i Rom qualificati dovrebbero essere coinvolti nei programmi sanitari destinati alle loro comunità.
Accesso all'alloggio e ai servizi essenziali: gli Stati membri dovrebbero promuovere un accesso non discriminatorio all'alloggio, incluse le abitazioni sociali. Gli interventi nel settore abitativo devono far parte di un approccio integrato comprendente, in particolare, l'istruzione, la sanità, l'assistenza sociale, l'occupazione e la sicurezza, nonché provvedimenti contro la segregazione. Gli Stati membri dovrebbero inoltre affrontare le esigenze specifiche dei Rom non sedentari (ad esempio permettere loro di accedere ad aree di sosta adeguate).

Nell'elaborare le strategie nazionali di integrazione dei Rom, gli Stati membri dovrebbero partire dalle seguenti impostazioni:

- stabilire obiettivi nazionali raggiungibili per l'integrazione dei Rom, allo scopo di colmare il divario tra i Rom e il resto della popolazione.
- individuare eventuali microregioni svantaggiate o quartieri isolati in cui vivono le comunità più svantaggiate;
- stanziare finanziamenti sufficienti a carico dei bilanci nazionali, che saranno completati, se opportuno, da finanziamenti internazionali e dell'UE;
- istituire metodi di monitoraggio efficaci per valutare l'effetto delle misure di integrazione dei Rom e un meccanismo riveduto per l'adeguamento della strategia;
- concepire, realizzare e monitorare le strategie in stretta cooperazione e basandosi sul dialogo con la società civile Rom e con le autorità regionali e locali;
- nominare un punto di contatto nazionale per la strategia nazionale di integrazione dei Rom avente il potere di coordinare lo sviluppo e l'attuazione della strategia.

La Commissione riferisce ogni anno al Parlamento europeo e al Consiglio sui progressi compiuti per l'integrazione della popolazione Rom negli Stati membri e per il conseguimento degli obiettivi.

Raccomandazione del Consiglio europeo “Misure efficaci per l'integrazione dei Rom negli Stati membri” (2013)

Con la raccomandazione del 2013, il Consiglio europeo ha lo scopo di fornire agli Stati membri orientamenti volti a migliorare l’efficacia delle loro misure per l’integrazione dei Rom e rafforzare l’attuazione delle strategie nazionali.
Stante tale scopo, il Consiglio pone delle raccomandazioni così suddivise:

questioni politiche sostanziali: al fine di promuovere la piena uguaglianza effettiva dei Rom, si raccomanda di adottare misure d’intervento efficaci per assicurare la loro parità di trattamento ed il rispetto dei loro diritti fondamentali, tra cui la parità di accesso all’istruzione, all’occupazione, all’assistenza sanitaria e all’alloggio;
misure d’intervento orizzontali in diversi ambiti: antidiscriminazione, protezione dei minori e delle donne Rom, riduzione della povertà attraverso l’intervento sociale ed infine potenziamento dell’autonomia dei Rom;
misure strutturali di diverso tipo: azioni per l’elaborazione di piani locali ed il coinvolgimento delle autorità pubbliche locali, misure di monitoraggio e valutazione, organismi per la promozione della parità di trattamento, punti di contatto nazionali per l’integrazione dei Rom, cooperazione transnazionale.
rendimenti e follow-up: comunicare alla Commissione le misure adottate in base alla raccomandazione e successivamente su base annuale.

Le informazioni fornite dagli Stati membri serviranno da base per l'elaborazione delle relazioni annuali al Parlamento europeo e al Consiglio sull’attuazione delle strategie nazionali di integrazione dei Rom e contribuiscono al semestre europeo della strategia Europa 2020 mediante le raccomandazioni specifiche per ciascun paese.

Sulla scia di questi documenti, nel 2017 il Parlamento ha approvato una risoluzione in difesa della parità di diritti per i Rom. Tuttavia, con la conclusione del quadro delle strategie nazionali nel 2020, la Commissione ha dichiarato in una sua relazione che, sebbene nel settore dell’istruzione si siano registrati i maggiori progressi, con l’abbandono scolastico ridotto del 19%, in materia di occupazione, sanità, alloggi e discriminazione vi è ancora ampio margine di miglioramento, conseguibile, tra le altre misure, grazie a una maggiore e inclusione della comunità Rom nei processi decisionali.

Nell'ottobre 2020 la Commissione ha proposto il nuovo quadro strategico dal 2020 al 2030 per promuovere l'integrazione dei Rom in situazioni di esclusione. A tal fine, la nuova iniziativa definisce un approccio globale articolato su tre pilastri: uguaglianza con tutti gli altri membri della società, inclusione sociale ed economica e partecipazione alla vita politica, sociale, economica e culturale. Si può quindi notare come, a differenza del precedente quadro, incentrato principalmente sull’integrazione socioeconomica, il nuovo unisca tale integrazione alla promozione dell’uguaglianza e della partecipazione.

Il quadro è stato infatti rafforzato dalla raccomandazione sull'uguaglianza, l'inclusione e la partecipazione dei Rom adottata dal Consiglio nel marzo 2021. Altri due strumenti meritano poi di essere menzionati: il Fondo sociale europeo Plus, principale strumento dell'Unione per investire nelle persone,  che finanzia l'integrazione sociale ed economica delle comunità emarginate, e il Programma di uguaglianza di diritti e valori ​dei cittadini, finalizzato, in questo caso specifico, a combattere ogni forma di discriminazione. 

Successivamente, nella seduta plenaria del 5 ottobre 2022, Ending poverty and discrimination faced by Roma people, al termine di un acceso dibattito, il Parlamento europeo ha adottato una serie di raccomandazioni volte a migliorare la precaria situazione degli insediamenti Rom nell’UE. Tra le richieste figura quella di strategie a breve e lungo termine sostenute da sufficienti finanziamenti dell’UE e nazionali, in particolare il Fondo sociale europeo Plus  (ESF+), il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) e i Piani nazionali per la ripresa e la resilienza. Gli Stati membri dovrebbero quindi distribuire i fondi a livello regionale e locale per rispondere meglio ai bisogni immediati dei Rom che vivono negli insediamenti sul territorio dell’UE e provvedere all’eliminazione graduale degli insediamenti Rom emarginati in tutta l’UE entro il 2030. In merito alla partecipazione di bambini e giovani Rom, gli eurodeputati hanno chiesto che i primi siano adeguatamente inclusi nei piani d’azione nazionali per la garanzia dell’infanzia, e che i secondi siano favoriti dalla promozione di coesione sociale e dalla possibilità di occupazione, nella considerazione del loro essere un obiettivo qualitativo indiscutibile da raggiungere per la partecipazione democratica.

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