Donne Pace Sicurezza: dal punto di vista dei giovani
Tra luglio e ottobre 2020 il Centro Studi Difesa Civile ha collaborato al Progetto “Il caleidoscopio della pace. Generazioni a confronto sull’agenda DPS tra Italia e Medio Oriente”, guidato da “Un Ponte Per...” e finanziato dal Ministero per gli Affari Esteri e la Cooperazione Internazionale (MAECI).
Mi sono interessato dell’Agenda Giovani Pace e Sicurezza sin dalla sua fondazione (Ris. 2250/2015). Inoltre, in qualità di referente del gruppo Giovani del CSDC, ho avuto occasione di svolgere il ruolo di Policy Advisor del progetto "Il caleidoscopio della pace", progetto che ha offerto sostegno al ruolo attivo delle donne nei processi e nelle politiche di pace in Italia e Medio Oriente, attraverso il dialogo intergenerazionale e con le organizzazioni della società civile. Oltre al CSDC e ad UPP, infatti, erano partner del progetto la Rete Italiana Giovani, Pace e Sicurezza e la Women’s International League for Peace and Freedom (WILPF) Libano. Vari partner iracheni sono stati inoltre coinvolti attivamente nell’implementazione del progetto.
Attraverso l’organizzazione di webinar, focus group e interviste con attiviste/i nei paesi di intervento sono stati animati scambi sulla storia di partecipazione delle società civili nei diversi contesti in questi 20 anni rispetto alla reale implementazione della Risoluzione n. 1325 del Consiglio di Sicurezza (CdS) delle Nazioni Unite. Con un approccio intergenerazionale, inoltre, sono stati organizzati anche focus group e un questionario online per comprendere l’interesse dei e delle giovani di questi Paesi alle politiche di pace e la loro comprensione dei concetti di pace e sicurezza.
La Risoluzione n. 2250 adottata dal CdS delle Nazioni Unite il 9 dicembre 2015 ha riconosciuto e promosso il ruolo attivo dei e delle giovani (18-29 anni) nella costruzione della pace e della sicurezza, contribuendo a decostruire e cambiare un paradigma che vedeva escluse da queste dinamiche tanto le donne quanto i/le giovani. Nel corso degli ultimi cinque anni, inoltre, nuovi studi e successive due Risoluzioni del Cds dell’ONU hanno consolidato quella che ormai è nota internazionalmente come “Agenda Giovani Pace e Sicurezza”.
Il “Caleidoscopio della pace” ha contribuito a costruire un ponte tra Paesi, generi e generazioni. Nel mio ruolo di Policy Advisor ho potuto imparare molto dall’ascolto di giovani di Iraq e Libano, e dalle organizzazioni che le/li sostenevano. Nonostante la pandemia e le molte sfide che ci troviamo a condividere, infatti, è stato incoraggiante ascoltare sia ragazzi sia ragazze impegnati/e nella promozione della pace e di un ambiente sicuro per le donne nei rispettivi Paesi. Certo, le percezioni sono in parte differenti: in Iraq e Libano, Paesi in cui i giovani più che in Italia rappresentano una fetta importante della popolazione, il bisogno e il desiderio di cambiamento, di disarmo, di libertà di espressione e parola, di protezione delle donne e di promozione dei loro diritti, sono avvertiti forse con più urgenza. L’Italia vanta già una storia di impegno delle donne per la pace e la sicurezza nel Paese e all’estero, anche grazie al sostegno delle istituzioni. Tuttavia, questi scambi di esperienze e visioni possono servire a risvegliare l’impegno della nostra società civile e a renderci conto di quanto i giovani e le giovani siano ancora sostanzialmente escluse/i dai processi decisionali in questo ambito.
Il racconto di quanto appreso in questa esperienza è presente nel rapporto finale di progetto disponibile in lingua italiana, e inglese. Il rapporto si conclude con specifiche raccomandazioni, alcune delle quali dedicate espressamente all’approccio intergenerazionale, da indirizzare alle istituzioni e agli organismi che curano lo sviluppo e l’implementazione dei Piani di Azione Nazionale della Risoluzione 1325 su Donne Pace e Sicurezza. Con l’auspicio che comincino ad essere adottati anche dei Piani d’Azione Nazionali specifici su Giovani Pace e Sicurezza, con le amiche e gli amici di Iraq e Libano ci siamo ripromesse/i di mantenere attive le comunicazioni e le relazioni costruite in questa occasione, affinché questo progetto rappresenti solo l’inizio di un cammino comune per una pace positiva e una sicurezza umana in Europa, nel Mediterraneo e nel Medio Oriente.