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10/2/2021

Cinquant’anni fa la prima dichiarazione di obiezione di coscienza collettiva

Il 9 febbraio 1971, cinquant’anni fa, nella sede del Partito Radicale a Roma durante una conferenza stampa sei giovani dichiarano la loro obiezione di coscienza (OdC) collettiva al servizio militare. Erano Mario Pizzola di Sulmona (AQ), Neno Negrini di Olgiate (CO), Alberto Trevisan di Padova, Giuseppe Amari di Voghera (PV), Gianfranco Truddaiu di Vigevano (PV) e Franco Suriano di Roma, provenienti dalle diverse anime del mondo del pacifismo e dell’antimilitarismo dell’epoca.

“Per la prima volta in Italia – ricorda l’associazione CESC-Project, che per anni ha gestito gli obiettori di coscienza ed oggi il servizio civile universale - viene messa in atto un’obiezione di coscienza di gruppo con un intento dichiaratamente politico di contestazione del ruolo delle forze armate, non solo per la preparazione alla guerra, ma anche come strumento di controllo interno e di difesa di un sistema oppressivo e ingiusto”.

“Noi giovani attivisti – ci racconta Mario Pizzola - ci eravamo conosciuti al Convegno nazionale di studio sul militarismo, tenutosi dall’1 al 3 gennaio di quell’anno a Sulmona, promosso dal Movimento Antimilitarista Internazionale (MAI) e organizzato dal Gruppo di Azione Pacifista (GAP) locale di cui facevo parte”. “Fino a quel momento le dichiarazioni di obiezione di coscienza erano state tutte individuali, per cui nell’ambito dell’obiettivo datoci nel Convegno di ottenere in Italia una legge che riconoscesse l’OdC maturammo questa decisione. Già da tempo infatti avevamo ricevuto la cartolina per svolgere il servizio militare ed eravamo a rischio di arresto perché non essendoci presentati nelle caserme di assegnazione eravamo già sotto mandato di cattura. Così in alcune riunioni svolte a Milano dopo il Convegno organizzammo la nostra obiezione pubblica sulla base di un testo elaborato insieme. Scegliemmo Roma e la sede del Partito Radicale, all’epoca in prima linea per questa battaglia, per dare la massima pubblicità alla cosa. E in effetti la nostra conferenza stampa fu ripresa da molti quotidiani e da riviste pacifiste o del dissenso cattolico dell’epoca, come “Testimonianze” diretta allora da padre Ernesto Balducci.

L’azione di Pizzola e dei suo 5 compagni, cui vanno aggiunti anche Valerio Minnella di Bologna e Nando Paganoni di Cologno al Serio (BG), che non poterono essere presenti a Roma perché già in carcere, proseguì con iniziative semiclandestine di diffusione dell’OdC, terminate via via con i loro arresti. Pizzola in particolare venne arrestato il 30 giugno del 1971, in occasione di una manifestazione non autorizzata a sostegno di uno  dei suoi compagni sotto processo in un tribunale militare

Tutte queste iniziative procedevano in parallelo all’iter legislativo delle proposte di legge sull’obiezione di coscienza al servizio militare. Nel luglio 1969 il senatore della sinistra DC Giovanni Marcora aveva presentato una proposta di legge in tal senso, che nel luglio del 1971 arrivò all’approvazione del Senato, per poi decadere a causa dello scioglimento anticipato delle Camere. Venne però subito ripresentato all’inizio della successiva legislatura l’11 agosto 1972, per poi esser approvato il 14 dicembre di quell’anno ed entrare in vigore il giorno dopo, 15 dicembre. Nacque così la legge n. 772, che concedeva la possibilità dell'obiezione al servizio militare e faceva nascere il servizio civile sostitutivo per motivi morali, religiosi e filosofici, anche se introduceva modalità più restrittive e punitive (8 mesi di servizio in più, commissione giudicatrice, esclusione delle motivazioni politiche, dipendenza dai codici e dai tribunali militari).

“Al riconoscimento della legge – conclude Pizzola, ricordando anche la fine della sua reclusione proprio nel 1972 – si arrivò a mio avviso non solo perché ormai i tempi erano maturi e per via di una pressione molto forte del mondo pacifista, ma anche perché le Forze armate erano arrivate a temere l’OdC, visto il numero sempre più ampio di giovani che la sceglievano”.

Proprio il 15 dicembre, in ricordo dell’entrata in vigore della legge n. 772, è stato indicato da una recente direttiva del Presidente del Consiglio, pubblicata in Gazzetta Ufficiale lo scorso 29 gennaio, come «Giornata nazionale del servizio civile universale». (FSp)