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3/5/2021

Giornata mondiale della libertà di stampa, 3 maggio 2021

La Giornata mondiale della libertà di stampa è stata proclamata dalle Nazioni Unite nel 1993 in occasione dell’anniversario della Dichiarazione di Windhoek sulla promozione di una stampa africana indipendente e pluralistica, in cui la libertà di espressione viene definita come indispensabile per lo sviluppo e il mantenimento della democrazia e per lo sviluppo economico.

La Dichiarazione fa un richiamo esplicito all’articolo 19 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani  il quale stabilisce che “Ogni individuo ha diritto alla libertà di espressione, tale diritto include la libertà di opinione senza interferenze e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza frontiere”.

La celebrazione della Giornata rappresenta un promemoria per tutti i governi affinché rispettino il loro impegno verso la libertà di stampa e un’occasione di riflessione tra i professionisti della comunicazione, offrendo l’opportunità di verificare la situazione nei vari paesi del mondo e rendendo onore ai tanti giornalisti che hanno perso la vita per difendere la libertà di espressione.

In occasione della Giornata Mondiale della Libertà di Stampa, la Piattaforma per la protezione del giornalismo e la sicurezza dei giornalisti del Consiglio d'Europa ha pubblicato il suo Rapporto Annuale 2021 "Wanted! Un'azione reale per la libertà dei media in Europa". Il rapporto elenca 201 gravi casi di minacce alla libertà dei media nei 47 Stati membri del Consiglio d'Europa nel 2020, un aumento del 40% rispetto al 2019. Un numero record di segnalazioni riguardava attacchi fisici (52 casi) e molestie o intimidazioni (70 casi). Secondo il Consiglio d'Europa, durante la pandemia, si è verificato un forte aumento delle notizie di violenza contro i giornalisti, nonché di censura e rappresaglie per aver messo in discussione le politiche dei governi. Allo stesso tempo, i media di qualità devono affrontare gravi sfide economiche e molti giornalisti hanno perso il lavoro.

Per quanto riguarda l'Italia, anche se secondo l'Osservatorio UNESCO, non ci sono stati omicidi di giornalisti nel periodo 2006-2021, l'Indice mondiale per la libertà di stampa di Reporter Senza Frontiere (RSF) afferma che circa 20 giornalisti italiani stanno attualmente ricevendo protezione della polizia 24 ore su 24 a causa delle intimidazioni, delle minacce di morte e degli attacchi cui sono stati sottoposti, soprattutto da parte di organizzazioni criminali e reti mafiose. Il livello di violenza contro i giornalisti continua a crescere, soprattutto a Roma e nella regione circostante e nel sud. Nel complesso, i media italiani hanno potuto continuare a lavorare liberamente durante la pandemia nonostante le difficoltà di accesso ai dati dovute alle misure di restrizione, in particolare il decreto Cura Italia del 17 marzo 2020.

Secondo lo stesso rapporto, il problema principale per i giornalisti italiani sono stati i negazionisti del coronavirus - una schiera eterogenea che comprende guerriglieri urbani, attivisti "senza maschera", neofascisti, hooligans, "anarchici" e infiltrati della criminalità organizzata - che spesso hanno minacciato e attaccato fisicamente i giornalisti, in particolare quelli che hanno coperto l'ondata di proteste in ottobre e novembre 2020.