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Il 5 settembre 2013 è entrata in vigore la Convenzione sul lavoro dignitoso per le lavoratrici e i lavoratori domestici, adottata il 16 giugno 2011 dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO).
La Convenzione ha l’obiettivo di migliorare le condizioni di vita e di lavoro dei lavoratori domestici in tutto il mondo, ponendosi come strumento di contrasto al loro sfruttamento.
Nello specifico, le nuove norme dell’ILO riconoscono i lavoratori domestici come titolari degli stessi diritti fondamentali nel lavoro riconosciuti agli altri lavoratori: orari di lavoro ragionevoli, riposo settimanale, un salario minimo, informazioni chiare sui termini e le condizioni di impiego, nonché il rispetto dei principi e dei diritti fondamentali nel lavoro, fra cui la libertà di associazione e il diritto alla contrattazione collettiva.
La Convenzione è stata ratificata, ad oggi, da 8 Stati membri dell’ILO: Bolivia, Italia, Mauritius, Nicaragua, Paraguay, Filippine, Sud Africa e Uruguay. L’Italia è stato il quarto Stato membro dell’ILO e il primo tra gli Stati membri dell’Unione Europea a ratificare la Convenzione, il 22 gennaio 2013. Come stabilito dall’articolo 21, la Convenzione è entrata in vigore il 5 settembre 2013, dodici mesi dopo la ratifica da parte di almeno due Stati membri.
In seguito all’adozione della Convenzione, diversi sono gli Stati che stanno implementando nuove politiche che riconoscono la dignità e il valore del lavoro domestico. Venezuela, Bahrain, Filippine, Tailandia, Spagna e Singapore, ad esempio, hanno approvato nuove norme con l’obiettivo di migliorare le condizioni di vita e di lavoro dei lavoratori domestici; altri, quali ad esempio Finlandia, Namibia, Cile e Stati Uniti, stanno attualmente provvedendo all’approvazione di alcune riforme normative e molti altri Stati- come ad esempio Costa Rica e Germania- hanno iniziato il processo di ratifica della Convenzione.
Secondo recenti stime dell’ILO, i lavoratori domestici nel mondo sarebbero almeno 53 milioni. Circa l’83 per cento di questi lavoratori sono donne o ragazze e numerosi sono i lavoratori migranti. I lavoratori domestici costituiscono una categoria di lavoratori particolarmente vulnerabile poiché spesso soggetta a sfruttamento, mancanza di contratti regolari, stipendi inferiori rispetto agli altri lavoratori. L’entrata in vigore della Convenzione appare dunque di particolare importanza per garantire loro condizioni di vita e lavoro dignitose.
9/9/2013