diritti umani

Il Garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale visita la nave Diciotti

Nel porto di Lampedusa vengono abbandonati gli oggetti di un'imbarcazione di migranti tunisini dispersa in mare per oltre quattro giorni. L'isola di Lampedusa, in Italia, è da tempo un punto di snodo migratorio per la sua vicinanza al Nord Africa.
© UN Photo/UNHCR/Phil Behan

Una delegazione del Garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale ha visitato la nave Diciotti in qualità di meccanismo nazionale di prevenzione ai sensi dell’articolo 3 del Protocollo alla Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura e altre pene o trattamenti crudeli, inumani o degradanti ratificato dall’Italia con legge 195/2012, nonché dell’articolo 7 del decreto legge 146/2013 convertito in legge 10/2014.

Il Presidente dell’Autorità Garante, Mauro Palma, alla luce degli elementi emersi nel corso della visita avvenuta in data 23 agosto, ha confermato le preoccupazioni per i rischi di violazione di norme nazionali e sovranazionali da parte dell’Italia rispetto alla tutela dei diritti fondamentali delle persone migranti coinvolte.

Per tale motivo il Garante ha inviato una informativa su quanto riscontrato alle Procure di Agrigento e di Catania, che hanno aperto dei fascicoli relativamente alla vicenda Diciotti, per le loro opportune valutazioni.

Nelle informative il Garante evidenzia tre principali aspetti affetti da criticità:

  1. la privazione della libertà de facto dei migranti che pone la questione della legittimità ai sensi dell’articolo 5 (“Diritto alla libertà e alla sicurezza”) della Convenzione europea dei diritti umani (CEDU) e dell’articolo 13 della Costituzione italiana;
  2. le condizioni materiali degli ambienti che ospitano i migranti a bordo della nave, ritenute inidonee a permanenze prolungate e che potrebbero configurare quella situazione di trattamento inumano e degradante inderogabilmente vietato dall’articolo 3 della CEDU (“Proibizione della tortura”);
  3. le condizioni sanitarie incongrue e inaccettabili sotto il profilo del rispetto della dignità delle persone.

Il Garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale, introdotto nell’ordinamento italiano con il decreto legge 23 dicembre 2013 n. 146 e attivo dal febbraio 2016, è un'Autorità di garanzia, collegiale e indipendente, non giurisdizionale che ha la funzione di vigilare su tutte le forme di privazione della libertà.

Il Garante nazionale svolge inoltre le seguenti funzioni:

  1. meccanismo nazionale indipendente sulla base delle disposizioni del Protocollo opzionale delle Nazioni Unite per la prevenzione della tortura;
  2. monitoraggio dei rimpatri degli stranieri extra-comunitari irregolarmente presenti sul territorio italiano e che devono essere accompagnati nei paesi di provenienza sulla base della direttiva europea sui rimpatri (Direttiva 2008/115/CE);
  3. monitoraggio delle strutture per persone anziane o con disabilità, in base alla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità.

Ogni anno, il Garante nazionale presenta una relazione al Parlamento sulle attività svolte e sulle prospettive future negli ambiti di sua competenza.

Le informative, pubblicate per trasparenza sul sito del Garante, sono consultabili al link sottostante.

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