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Il 7 luglio 2011 è stato lanciato dal Segretario Generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-Moon, il rapporto 2011 sugli Obiettivi di sviluppo del millennio. Si tratta di una valutazione annuale dei progressi regionali verso gli obiettivi che rispecchia i dati più esaurienti e aggiornati compilati da più di 25 agenzie internazionali ed è redatto dal Dipartimento degli Affari Economici e Sociali delle Nazioni Unite.
Il rapporto 2011 esalta i grandi progressi fatti per ridurre la povertà estrema, la fame, l'analfabetismo e le malattie, ma allo stesso tempo mette in guardia sul fatto che portare a termine tutti gli Obiettivi entro il 2015 – come stabilito dalla Conferenza mondiale del 2000 - risulterà comunque difficile dato che i più poveri del mondo sono lasciati indietro.
Progressi significativi sono stati fatti in diverse are, tra le quali:
Tuttavia, nonostante i passi avanti, la via per l'effettivo e pieno raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo del millennio entro il 2015 appare difficile e incerta.
Il punto più critico è che i progressi fatti non sono stati omogenei. I divari rimangono ampi sia tra paesi sia all'interno di essi. Gli esclusi sono coloro che occupano i gradini più bassi della scala economica o che sono svantaggiati a causa del genere, dell'età, dell'handicap o dell'etnia; di particolare rilievo è la disparità tra le zone urbane e quelle rurali.
Per tener fede agli impegni presi al Summit del millennio nel 2000 e rinnovati durante il summit del 2010, i leader mondiali sono chiamati ad intensificare i loro sforzi e optare per approcci di sviluppo più efficaci. Il raggiungimento di risultati stabili, infatti, non può essere disgiunto da una crescita economica equa e complessiva e uno sviluppo sostenibile. Fondamentale è la protezione dei più vulnerabili dagli effetti devastanti di molteplici crisi, che si tratti di conflitti, disastri naturali o instabilità dei prezzi di cibo ed energia e l'empowerment delle donne.
11/7/2011