Nazioni Unite: Rapporto 2011 sugli Obiettivi di sviluppo del millennio
Il 7 luglio 2011 è stato lanciato dal Segretario Generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-Moon, il rapporto 2011 sugli Obiettivi di sviluppo del millennio. Si tratta di una valutazione annuale dei progressi regionali verso gli obiettivi che rispecchia i dati più esaurienti e aggiornati compilati da più di 25 agenzie internazionali ed è redatto dal Dipartimento degli Affari Economici e Sociali delle Nazioni Unite.
Il rapporto 2011 esalta i grandi progressi fatti per ridurre la povertà estrema, la fame, l'analfabetismo e le malattie, ma allo stesso tempo mette in guardia sul fatto che portare a termine tutti gli Obiettivi entro il 2015 – come stabilito dalla Conferenza mondiale del 2000 - risulterà comunque difficile dato che i più poveri del mondo sono lasciati indietro.
Progressi significativi sono stati fatti in diverse are, tra le quali:
- Sradicamento della povertà: entro il 2015 il tasso di povertà globale dovrebbe scendere sotto il 15%, tuttavia la percentuale è ancora ben al di sotto dell'obiettivo posto al 23 %
- Riduzione della mortalità infantile e materna: il numero di decessi di bambini sotto i cinque anni è sceso da 12,4 milioni nel 1990 a 8,1 nel 2009
- Istruzione e frequenza scolastica: alcuni paesi dell'Africa, come Burundi, Ruanda e Tanzania, hanno raggiunto o quasi l'obiettivo dell'istruzione primaria universale.
- Accesso all'acqua pulita: si stima che 1,1 miliardi di persone nelle aree urbane e 723 milioni nelle zone rurali abbiano ottenuto l'accesso a una fonte di acqua potabile bonificata nel periodo 1990-2008.
- Salute: i decessi per malaria sono diminuiti del 20% in tutto il mondo, da circa 985.000 nel 2000 a 781.000 nel 2009.
- Trattamento delle persone affette da HIV/AIDS: il numero di persone che ricevono terapia antiretrovirale per HIV o AIDS è incrementato di tredici volte dal 2004 al 2009
Tuttavia, nonostante i passi avanti, la via per l'effettivo e pieno raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo del millennio entro il 2015 appare difficile e incerta.
Il punto più critico è che i progressi fatti non sono stati omogenei. I divari rimangono ampi sia tra paesi sia all'interno di essi. Gli esclusi sono coloro che occupano i gradini più bassi della scala economica o che sono svantaggiati a causa del genere, dell'età, dell'handicap o dell'etnia; di particolare rilievo è la disparità tra le zone urbane e quelle rurali.
Per tener fede agli impegni presi al Summit del millennio nel 2000 e rinnovati durante il summit del 2010, i leader mondiali sono chiamati ad intensificare i loro sforzi e optare per approcci di sviluppo più efficaci. Il raggiungimento di risultati stabili, infatti, non può essere disgiunto da una crescita economica equa e complessiva e uno sviluppo sostenibile. Fondamentale è la protezione dei più vulnerabili dagli effetti devastanti di molteplici crisi, che si tratti di conflitti, disastri naturali o instabilità dei prezzi di cibo ed energia e l'empowerment delle donne.