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4/8/2009 (Archivio storico)

Nazioni Unite: il Consiglio di Sicurezza e i più recenti sviluppi in materia di peacekeeping.

Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite terrà nei prossimi giorni un dibattito aperto sul tema del peacekeeping in risposta ad un'iniziativa lanciata da Francia e Regno Unito a gennaio di quest'anno, che dovrebbe risultare in una dichiarazione presidenziale e in un programma di lavoro continuo per i prossimi sei mesi.

Una bozza di dichiarazione presidenziale preparata dal Regno Unito, attualmente in fase di discussione, descrive i miglioramenti che il Consiglio ha cercato di sviluppare, ad un livello pratico, negli ultimi sei mesi, tra i quali: un dialogo più regolare e frequente con il Segretariato, sforzi per approfondire le consultazioni con le truppe e le polizia dei Paesi contribuenti, l'organizzazione di incontri politico-militari, aggiornamento di documenti di pianificazione e l'uso di parametri per tracciare l'avanzamento in contrapposizione ad una strategia comprensiva ed integrata per i mandati delle missioni.

Oltre a questo documento, altri temi principali di discussione che verranno considerati nel corso dell'imminente dibattito saranno il documento non ufficiale “Una nuova agenda di collaborazione: tracciando un nuovo orizzonte per il peacekeeping delle Nazioni Unite” (New Horizon), pubblicato il 17 luglio dal Segretariato, e l'incipiente “Strategia di sostegno sul campo” (Field Support Strategy) del Dipartimento di sostegno sul campo (DFS).

Il documento “New Horizon” indica che la portata attuale del peacekeeping delle Nazioni Unite ha raggiunto un livello senza precedenti, con 116.000 elementi del personale schierati all'interno di 15 missioni e con un budget annuale di circa 7,8 miliardi di dollari.

Il documento riconosce, inoltre, che molte delle sfide che il peacekeeping si trova oggi ad affrontare non sono nuove e che i principi affermati nel Rapporto Brahimi – un documento sulle operazioni di pace elaborato da un panel di esperti indipendenti nel 2000 – sono ancora validi.

Ad ogni modo, il documento denota l'esistenza di una discrepanza tra la portata e la complessità del peacekeeping attuale e gli strumenti di cui si serve e che tale discordanza sta creando gravi tensioni. Per affrontare questa sfida il documento del Segretariato suggerisce che si passi da un approccio frammentario ad uno globale che richiede una rinnovata collaborazione globale tra il Consiglio, gli Stati membri che contribuiscono alle missioni ed il Segretariato.

Alcune raccomandazioni del documento “New Horizon” includono:

  • elaborare mandati per le missioni con obiettivi chiaramente raggiungibili e specificare le attività per cui la missione è responsabile;

  • adottare un approccio a fasi nel momento di istituire missioni di peacekeeping;

  • istituire colazioni informali basate su missioni specifiche composte da stakeholder coinvolti al fine di aiutare ad assicurare il sostegno politico e operativo in missioni complesse;

  • riesaminare, assieme al Segretariato i compiti ricorrenti nelle missioni per migliorare la chiarezza e la comprensione degli obiettivi;

  • autorizzare una missione di peacekeeping almeno sei mesi in anticipo rispetto ad un atteso trasferimento di autorità da un partner come l'Unione Africana alle Nazioni Unite e autorizzare un dispiegamento di capacità di pianificazione avanzata quando una operazione delle Nazioni Unite è successiva ad una operazione già iniziata da un partner;

Dalla discussione in corso sembra ci sia una buona sinergia tra le raccomandazioni contenute in questo documento non ufficiale e molte delle aree di lavoro che il Consiglio ha previsto per il prossimo futuro nella bozza di dichiarazione presidenziale.