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Più cooperazione e più coerenza: così si ferma l'accaparramento della terra

Un custode della terra
© UN Photo/Mark Garten

Durante il seminario che ha avuto luogo a Roma il 9 luglio scorso, è stato presentato il quarto rapporto FOCSIV sui Padroni della Terra: i vari interventi hanno evidenziato come il fenomeno dell'accaparramento della terra (in inglese landgrabbing) sia una modalità che crea disuguaglianza, con conseguenze dirette sui diritti umani, l'ambiente, i conflitti e le migrazioni.

A questo riguardo la viceministra alla cooperazione internazionale, Marina Sereni, ha sottolineato il ruolo costante dell'Italia nel garantire la sicurezza alimentare, anche ora nel G20 e nel prossimo vertice delle Nazioni Unite sui sistemi alimentari. Tuttavia la questione è complessa e gli interessi in gioco sono molteplici: anche per questo l'incontro ha sottolineato l'importanza di dare priorità ad una maggiore cooperazione internazionale per l'agroecologia, nel rispetto dell'ambiente e dell'accesso al diritto alla terra, soprattutto di contadini e popolazioni indigene, vittime primarie del fenomeno del landgrabbing.

Essenziale dunque riconoscere il ruolo centrale di chi lavora la terra e l'importanza di una coerenza delle politiche commerciali e sugli investimenti con gli aiuti allo sviluppo: a tale scopo si è fatto riferimento all'utilità di una campagna per il raggiungimento dello 0,7% del reddito nazionale lordo da destinare all'aiuto pubblico allo sviluppo, nel quadro dello sviluppo sostenibile.

Maurizio Martina, vice direttore aggiunto alla FAO, ha riflettuto sulle difficoltà di costruire consenso politico tra stati sulle questioni riguardanti il diritto alla terra; due le questioni fondamentali: andare oltre le leggi nazionali verso misure vincolanti internazionali, come nel caso del negoziato ONU su un trattato vincolante su imprese e diritti umani; necessario inoltre un nuovo multilateralismo che sappia far fare un salto di qualità alla comunità internazionale. Servono dunque norme più stringenti che obblighino ad un maggiore controllo sul rispetto dei diritti umani e dell'ambiente, per la decolonizzazione dell'ambiente e la decostruzione di un sistema fagocitante che produce crisi.

Queste riflessioni sono state stimolate dall'introduzione della presidente FOCSIV Ivana Borsotto (reperibile qui), seguite dall'intervento di Rita Uwaka del Tribunale Africano dei Popoli, e dalla presentazione del rapporto da parte di Andrea Stocchiero.

La realizzazione del rapporto e del seminario è stata possibile grazie al contributo del progetto Volti delle migrazioni, cofinanziato dall'Unione europea.

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