Inclusione e Giustizia Eco-Sociale

ISSN 3035-5265
ambiente

Il ritorno del castoro in Italia

castoro europeo
© cc Bohuš Číčel

Estinto nella Pianura Padana dal XVI secolo, il castoro europeo (Castor fiber) sta facendo ritorno nel Nord Italia. Questa specie, protetta dalla Direttiva Habitat europea 92/43 CEE, dopo secoli di assenza — dovuti soprattutto alla caccia intensiva per la sua pelliccia e le secrezioni ghiandolari — oggi si stima la presenza di una cinquantina di esemplari distribuiti tra Piemonte, Alto Adige e Friuli Venezia Giulia. Una buona notizia, che spicca in un contesto segnato da crisi climatica, inquinamento e consumo del suolo.

Ma perché il ritorno del castoro dovrebbe entusiasmarci? La risposta arriva da un recente studio pubblicato sulla rivista scientifica “Biodiversity and Conservation”, che analizza per la prima volta gli effetti ecologici del castoro europeo nel contesto fluviale mediterraneo.
Il castoro è spesso definito un “ingegnere dell’ecosistema”, perché la sua attività di costruzione modifica profondamente i corsi d’acqua. Le dighe rallentano il flusso, creano stagni e paludi, e rendono l’ambiente più vario e complesso. Ma finora mancavano dati concreti su cosa questo significasse per la fauna locale… almeno in Italia.
Lo studio — condotto in Toscana lungo tre fiumi (Ombrone, Merse e Tevere) — ha confrontato aree dove il castoro è presente con altre simili, ma senza castori. I ricercatori hanno utilizzato registratori acustici per monitorare la presenza di pipistrellighiri comuni (Muscardinus avellanarius), due specie protette dalla Direttiva Habitat dell’Unione Europea.
I risultati sono sorprendenti: nei tratti di fiume abitati dai castori, l’attività dei pipistrelli è significativamente più alta rispetto alle aree di controllo. E lo stesso vale per il ghiro, che in quelle zone emette vocalizzazioni circa dieci volte più frequentemente. In altre parole, l’ambiente creato dal castoro è molto più ospitale per queste specie.
Il motivo? Le aree con dighe presentano più insetti (cibo per i pipistrelli), più arbusti e rifugi naturali (ideali per i ghiri), e una maggiore varietà di microhabitat. Insomma, un vero paradiso per la biodiversità fluviale.

Il ritorno spontaneo del castoro europeo non è solo una curiosità naturalistica, ma ci offre una chiave per ripensare il rapporto tra uomo e natura. In un momento storico in cui eventi estremi, siccità e inondazioni mettono sotto pressione i nostri fiumi, il castoro può offrire un aiuto prezioso anche nella regimazione delle acque. Tuttavia, la convivenza non è scontata: la sua presenza va monitorata per prevenire danni a coltivazioni o infrastrutture.
Lo studio pubblicato a marzo 2025 apre la strada a nuovi progetti di ricerca, conservazione e gestione ecologica. Se ben integrato, il castoro potrebbe diventare un protagonista silenzioso della rinaturalizzazione dei nostri corsi d’acqua.

L'articolo completo al seguente link: https://link.springer.com/article/10.1007/s10531-025-03044-7

Parole chiave

ambiente biodiversità