21 marzo: Giornata internazionale contro la discriminazione razziale
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Il 21 marzo è la data scelta dalle Nazioni Unite quale Giornata internazionale contro la discriminazione razziale: in questo stesso giorno, quarantasei anni fa, si perpetrava il massacro di Sharpeville, in cui 69 dimostranti furono assassinati durante una manifestazione di protesta non violenta contro il regime sudafricano dell’apartheid. La Giornata è stata istituita dall’Assemblea generale con la Risoluzione 2124 (XXI) del 1966, la quale invita gli Stati membri delle Nazioni Unite ad intraprendere azioni adeguate affinché venga ribadita la centralità delle attività educative e culturali, del ruolo dei mezzi di informazione di massa e del mondo dell’arte nella lotta per lo sradicamento dei pregiudizi e dell’odio razziale.
-In un messaggio formulato per l’occasione, il Segretario generale delle Nazioni Unite Kofi Annan ha osservato: “Non dobbiamo tollerare il non-sense delle forme di discriminazione della vita di tutti i giorni. Allo stesso modo, non possiamo accettare tali forme come spiacevoli caratteristiche della natura umana. Nessuno di noi nasce per odiare”.
-Nella sua comunicazione ufficiale per la Giornata, Louise Arbour, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, ha affermato che la battaglia per l’eguaglianza e la non-discriminazione è tuttora in corso e che, nonostante i tanti sforzi intrapresi dalla Comunità internazionale, il razzismo e le pratiche razziste continuano a manifestarsi e addirittura si sono introdotte nella vita quotidiana attraverso tutta una serie di processi di socializzazione. Inoltre, spesso le misure adottate a livello nazionale per combattere il razzismo non sono efficaci. Secondo l’Alto Commissario, occorre lavorare per cercare di individuare le cause profonde del fallimento di numerosi programmi a livello nazionale.