A Liu Xiaobo, attivista cinese per i diritti umani, il Premio Nobel per la pace 2010
Il Comitato norvegese ha assegnato il Premio Nobel per la Pace 2010 all'attivista Liu Xiaobo "per la sua lunga lotta nonviolenta per i diritti umani in Cina".
Tra le motivazioni alla base di questa decisione vi è la convinzione, lungamente sostenuta dal Comitato, che esista una connessione stretta tra diritti umani e pace e che tali diritti siano un prerequisito per la fratellanza tra le nazioni di cui Alfred Nobel scriveva nel proprio testamento.
Il vincitore del Premio Nobel per la pace, attualmente in carcere per scontare una condanna a 11 anni di prigione e due anni di privazione dei diritti politici per aver "incitato la sovversione del potere dello stato", è stato per oltre due decenni un coraggioso sostenitore della applicazione dei diritti umani fondamentali in Cina. Già nel 1989 Liu Xiaobo aveva preso parte alle proteste in Piazza Tiananmen e successivamente è stato tra gli autori principali della Carta 08, il Manifesto per i diritti umani in Cina pubblicato il dieci dicembre 2008, nel sessantesimo anniversario dell'adozione della Dichiarazione Universale dei diritti umani.
Riguardo la sua attuale condanna, comminata nel 2009, Liu Xiabo ha costantemente sostenuto che si trattasse di una sentenza in violazione sia dei diritti umani, sia della stessa Costituzione della Cina il cui articolo 35 stabilisce che i cittadini godono delle libertà di associazione, assemblea, manifestazione e parola.
La campagna per promuovere il rispetto dei diritti umani universali anche in Cina è sostenuta da molti cittadini cinesi, sia all'interno del Paese che all'estero. Attraverso le punizioni severe a cui è stato sottoposto per il proprio attivismo, Liu Xiaobo è divenuto il simbolo principale di questa lotta.
Il Centro diritti umani dell'Università di Padova plaude a questo conferimento che gioverà allo sviluppo del riconoscimento dei diritti umani non soltanto in Cina ma anche nel mondo intero.