Amnesty International: situazione dei diritti umani in Italia nel Rapporto 2006
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Nella sezione dedicata all’Italia nel Rapporto 2006 di Amnesty international, presentato al pubblico lo scorso 26 maggio, vengono messi in luce alcuni aspetti di insufficienza da parte dell’Italia nell’ottemperare ai suoi obblighi internazionali in tema di diritti umani.
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Il Rapporto si concentra sulle seguenti aree tematiche: tutela e promozione dei diritti umani dei migranti; irregolarità commesse dalle forze di polizia; condizione di trattamento dei detenuti nelle strutture penitenziarie; problemi relativi al non completamento del processo di adeguamento del sistema nazionale alle previsioni contenute nello Statuto della Corte Penale Internazionale; carenze delle politiche italiane per la promozione dei diritti umani riscontrate dai Comitati dei diritti umani delle Nazioni Unite.
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Per quanto riguarda quest’ultimo aspetto, il Rapporto sottolinea come nel gennaio 2005 il Comitato delle Nazioni Unite contro la discriminazione nei confronti della donne abbia qualificato come inadeguate le misure prese dall’Italia al fine di affrontare il problema della scarsa partecipazione femminile nella vita pubblica. Il 28 ottobre 2005, nelle sue Osservazioni conclusive successive all’incontro con una delegazione italiana in cui è stato discusso il Rapporto governativo relativo all’attuazione nazionale del Patto internazionale sui diritti civili e politici, il Comitato diritti umani ha emesso una raccomandazione relativa alla necessità di prevedere un’Istituzione nazionale indipendente per i diritti umani. Il Comitato diritti umani ha inoltre espresso preoccupazione in tale sede su una serie di questioni relative agli episodi di violenza domestica registrati in Italia e all’inadeguata protezione dei diritti umani dei richiedenti asilo politico.
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Infine, secondo Amnesty international, l’Italia – Paese che pure ha svolto un ruolo importante nel processo di redazione del Trattato contenente lo Statuto della Corte Penale Internazionale – non ha ancora provveduto ad adeguare il proprio quadro normativo al fine di permettere lo svolgimento di indagini e l’avviamento di procedimenti giudiziali per crimini internazionali nei tribunali nazionali o al fine di assicurare una piena collaborazione con la Corte Penale Internazionale.