Assemblea Generale delle Nazioni Unite: pubblicato il nuovo rapporto della Commissione d’inchiesta internazionale indipendente sui Territori Palestinesi Occupati e Israele

La Commissione d'inchiesta internazionale indipendente delle Nazioni Unite ha pubblicato il suo terzo rapporto sulla situazione nei Territori Palestinesi Occupati e in Israele, focalizzandosi sugli attacchi a strutture educative, culturali e religiose avvenuti a partire dal 7 ottobre 2023, prendendo in considerazione anche gli sviluppi di quelli accaduti in precedenza.
Il rapporto documenta una sistematica distruzione del sistema educativo a Gaza, con danni a oltre il 70% degli edifici scolastici. Di conseguenza, più di 658.000 bambini non hanno avuto accesso all'istruzione per 18 mesi. La Commissione ha riscontrato numerosi casi di attacchi aerei, bombardamenti e demolizioni di scuole da parte delle forze israeliane, spesso senza adeguato preavviso e causando vittime civili. Tali azioni sono state classificate come crimini di guerra, inclusi attacchi diretti contro civili e distruzione sproporzionata di proprietà civili. Inoltre l’uccisione di civili che avevano trovato rifugio nelle scuole da parte di Israele rientra nel crimine contro l’umanità di sterminio, mentre l’utilizzo improprio di strutture educative come basi militari da parte di entrambe le parti del conflitto rappresenta una violazione del diritto internazionale umanitario.
Operazioni militari, molestie agli studenti, posti di blocco e attacchi dei coloni hanno causato forti pressioni al sistema educativo in Cisgiordania e Gerusalemme Est, coinvolgendo più di 806.000 studenti. Dinanzi al peggiorare della situazione, la Commissione critica l'inazione di Israele nel prevenire e perseguire gli attacchi dei coloni contro le strutture educative.
Il risultato di questa progressiva demolizione del sistema educativo è una regressione sul piano educativo delle e dei giovani palestinesi, che a sua volta contribuirà a influenzare negativamente lo sviluppo sociale, politico ed economico dei Territori Palestinesi Occupati.
Il rapporto documenta danni a più della metà dei siti religiosi e culturali di Gaza. La Commissione ha indagato su 10 casi specifici, concludendo che le forze israeliane non hanno preso precauzioni sufficienti per evitare danni a questi siti protetti. In alcuni casi, gli attacchi sono stati classificati come crimini di guerra, inclusa la distruzione intenzionale di edifici dedicati alla religione e monumenti storici.
In Cisgiordania e Gerusalemme Est, viene denunciata l'appropriazione e lo sfruttamento di siti del patrimonio culturale da parte di Israele, considerandoli violazioni del diritto internazionale. Viene inoltre espressa preoccupazione per le frequenti incursioni e le restrizioni imposte ai fedeli nel complesso di Haram al-Sharif/Monte del Tempio.
La Commissione sottolinea come la distruzione di Gaza, lo smantellamento del suo sistema educativo e gli attacchi ai siti culturali e religiosi in tutti i territori palestinesi occupati minaccino il futuro del popolo palestinese e il suo diritto all'autodeterminazione. Infatti, sebbene tali pratiche non si configurino come atti di genocidio, possono essere interpretate come segnali di un disegno più ampio. Esse potrebbero infatti rivelare l'intenzione di annientare un gruppo tutelato, elemento chiave nella definizione di crimine genocida.
Il rapporto include raccomandazioni per tutte le parti coinvolte. A Israele si sollecita la cessazione dell’occupazione illegittima, la fine degli attacchi alle strutture educative, culturali e religiose, e il pieno rispetto delle norme internazionali. Le autorità palestinesi invece sono invitate a proteggere e preservare i siti del patrimonio culturale. Alle autorità de facto di Gaza si chiede di interrompere il lancio indiscriminato di razzi contro civili e di non utilizzare strutture civili per scopi bellici.
La Commissione esorta infine tutti gli Stati membri dell’ONU ad adempiere ai propri obblighi di diritto internazionale, interrompere qualsiasi forma di supporto al compimento di violazioni e valutare misure efficaci per assicurare che i responsabili di tali crimini siano chiamati a rispondere delle loro azioni.