ASviS: l’Italia è in netto ritardo nella realizzazione degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile e dell’Agenda 2030.
In un incontro pubblico tenutosi alla Camera dei Deputati l'Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile (ASviS) ha presentato "La politica italiana e l'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. A che punto siamo?", una relazione sugli indicatori compositi relativi alla situazione dell'Italia rispetto ai 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, aggiornati sulla base degli ultimi dati Istat.
In sintesi, emerge che, tra il 2016 e il 2017, l’Italia mostra segni di miglioramento in dieci aree: povertà (Goal 1), salute (Goal 3), uguaglianza di genere (Goal 5), condizione economica e occupazionale (Goal 8), innovazione (Goal 9), disuguaglianze (Goal 10), condizioni delle città (Goal 11), modelli sostenibili di produzione e di consumo (Goal 12), qualità della governance, pace, giustizia e istituzioni solide (Goal 16), cooperazione internazionale (Goal 17). Per quattro aree, invece, la situazione denota un peggioramento: alimentazione e agricoltura sostenibile (Goal 2), acqua e strutture igienico-sanitarie (Goal 6), sistema energetico (Goal 7), condizioni degli ecosistemi terrestri (Goal 15). Infine, la condizione appare invariata per due Goal, educazione (Goal 4) e lotta al cambiamento climatico (Goal 13), mentre per il Goal 14 (Flora e fauna acquatica) non è stato possibile stimare il dato relativo al 2017 a causa della mancanza di dati aggiornati.
Uno sforzo maggiore è indispensabile, quindi, per colmare il divario che separa l’Italia dal raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile e per rispondere in modo più efficace e concreto alle aspettative dei cittadini. Oltre l’80% degli italiani, soprattutto dai giovani e dai più informati, sostengono un cambiamento di rotta verso lo sviluppo sostenibile definito dall’Agenda 2030.
Da un sondaggio realizzato a gennaio 2019 dalla Fondazione Unipolis, infatti, è emerso che la maggioranza degli italiani risulta essere favorevole alle politiche per lo sviluppo sostenibile: il 63,6% degli intervistati si dichiara “favorevole” e il 20,1% “molto favorevole”; solo il 7,9% è “contrario/molto contrario”, mentre l’8,5% “non sa/non risponde”.
Si tratta di dati nettamente più orientati allo sviluppo sostenibile di quanto rilevato tre anni fa, quando il 77,2% si esprimeva a favore, l’8,5% contro e il 14,4% non aveva un’opinione.
È a favore di politiche per lo sviluppo sostenibile il 91,6% dei giovani tra i 15 e i 24 anni (contro il 75,3% degli ultrasessantacinquenni), ed il 90,5% di chi possiede un elevato titolo di studio (contro il 66,3% di chi ha una bassa istruzione).
Il Presidente dell’ASviS e della Fondazione Unipolis, Pierluigi Stefanini, ha dichiarato: “Da questo quadro emerge la necessità di un deciso cambio di passo delle politiche, unitamente a una campagna di sensibilizzazione e informazione dell’opinione pubblica per riuscire a cogliere quei, sia pur lievi, segnali di miglioramento e rafforzare azioni in quelle aree in cui il Paese risulta ancora in difficoltà”.
All’incontro hanno preso parte il presidente della Camera Roberto Fico, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, l’amministratore delegato dell’Enel Francesco Starace, in qualità di membro della multistakeholder platform sullo sviluppo sostenibile della Commissione europea e tutti i rappresentanti delle principali forze politiche.
Il dibattito si è concluso riaffermando la necessità di applicare una visione integrata degli interventi in campo economico, sociale e ambientale di cui il nostro Paese ha bisogno per accelerare il passo verso lo sviluppo sostenibile.