Unione Europea

Basta violenze contro i rifugiati: appello del Comune di Padova, del Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani e del Centro Diritti Umani “Antonio Papisca” dell’Università di Padova

Campo rifugiati di Lipa Balcani
© Caritas Italia

Di fronte alle brutali violenze, pestaggi, torture e sofferenze inflitte alle persone che cercano rifugio in Europa, il Comune di Padova, il Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani e il Centro Diritti Umani “Antonio Papisca” dell’Università di Padova hanno diffuso un appello all’Unione Europea, al Consiglio d’Europa e a tutte le agenzie internazionali delle Nazioni Unite per mettere fine a questo intollerabile scandalo.

Basta violenze contro i rifugiati

Il rispetto della dignità umana viene prima di ogni altra cosa
Non arrendiamoci al cinismo e alla globalizzazione dell’indifferenza

Il Comune di Padova, il Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani e il Centro Diritti Umani “Antonio Papisca” dell’Università di Padova

profondamente indignati e preoccupati per le brutali violenze, pestaggi, torture e sofferenze inflitte sistematicamente alle persone che giungono ai confini dell’Europa, e in particolare della Croazia, attraverso la rotta balcanica ampiamente documentate da giornalisti, operatori umanitari e osservatori internazionali;

allarmati per le condizioni disumane in cui costrette da lunghe settimane, nel gelo di un rigido inverno, le persone che ogni giorno tentano il cosiddetto “game” per chiedere asilo in Europa;

richiamando quanto affermato solennemente dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani laddove ricorda che “il riconoscimento della dignità inerente a tutti i membri della famiglia umana e dei loro diritti, uguali ed inalienabili, costituisce il fondamento della libertà, della giustizia e della pace nel mondo”;

ricordando che la Convenzione sui Rifugiati del 1951, la Convenzione Europea sui Diritti Umani e le leggi europee chiedono agli Stati di proteggere i diritti delle persone in cerca di asilo anche se arrivano in modo illegale e che le autorità non possono respingere le persone senza aver verificato le reali condizioni di tutte le persone in cerca di protezione;

ricordando che “l'Unione Europea si fonda sui valori del rispetto della dignità umana, della libertà, della democrazia, dell'uguaglianza, dello Stato di diritto e del rispetto dei diritti umani, compresi i diritti delle persone  appartenenti a minoranze”; e che l'azione dell'Unione sulla scena internazionale si fonda sui principi che ne hanno informato la creazione, lo sviluppo e l'allargamento e che essa si prefigge di promuovere nel resto del mondo: democrazia, Stato di diritto, universalità e indivisibilità dei diritti umani e delle libertà fondamentali, rispetto della dignità umana, principi di uguaglianza e di solidarietà e rispetto dei principi della Carta delle Nazioni Unite e del diritto internazionale” (Trattato di Lisbona);

ricordando i doveri di solidarietà e accoglienza sanciti dall’articolo 10 della Costituzione Italiana il quale afferma che "lo straniero al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalle legge";

sottolineando che il rispetto della dignità e vita umana è un obbligo legale e morale, che la ricerca di asilo e di protezione è un diritto umano fondamentale di ogni persona e che i respingimenti generalizzati sono illegali;

ricordando che il Tribunale di Roma il 18 gennaio scorso ha definito “illegittimo” il comportamento delle autorità italiane che respingono i richiedenti asilo senza raccogliere le loro domande;

ricordando con Papa Francesco che “rifugiati e migranti sono uomini e donne, bambini, giovani e anziani in cerca di pace” e che rispondere a questa domanda è necessario combinare quattro azioni: “accogliere, proteggere, promuovere e integrare” e dare attuazione ai Patti Globali dell’Onu sulle migrazioni e sui rifugiati;

chiedono l’intervento immediato dell’Unione Europea, del Consiglio d’Europa e di tutte le agenzie internazionali delle Nazioni Unite per mettere fine a questo intollerabile scandalo nel cuore dell’Europa;

condividono e ripropongono le raccomandazioni formulate con puntualità dalla rete “RiVolti ai Balcani” e in particolare chiede all’Unione Europea di:

  • mettere a disposizione immediata le risorse economiche e le strutture necessarie per soccorrere le persone bloccate in condizioni disumane nel nord ovest della Bosnia e assicurare almeno il rispetto della loro dignità;
  • utilizzare tutte le misure necessarie per mettere fine alle violenze delle polizie coinvolte nei respingimenti fermando altresì i respingimenti a catena, le riammissioni
e le espulsioni collettive e garantendo a tutti l’accesso alla procedura di asilo;
  • sostenere con concreti aiuti e programmi economici gli Enti e le comunità locali della Bosnia ed Erzegovina dove si concentrano i rifugiati e richiedenti asilo in transito.

Padova, Perugia, 3 febbraio 2021

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