Consiglio d'Europa

Commissaria per i diritti umani del Consiglio d'Europa: nuovo rapporto "Human rights and gender identity and expression"

Gruppo di persone al London Trans Pride, 8 luglio 2023.
© Loredana Sangiuliano/Shutterstock

La Commissaria per i diritti umani del Consiglio d'Europa, Dunja Mijatović, ha pubblicato il rapporto "Diritti umani e identità ed espressione di genere", in cui analizza lo stato dei diritti umani delle persone transgender e le sfide quotidiane da loro affrontante.  

La Commissaria ribadisce che i diritti umani sono universali e devono essere applicati a tutti allo stesso modo e sottolinea che "non esiste la concessione di diritti 'speciali' e la realizzazione dei diritti umani delle persone trans non pregiudica i diritti degli altri".

Dall'ultimo Issue Paper pubblicato nel 2009, sono stati fatti enormi progressi in termini di consapevolezza nella società e nella protezione e riconoscimento legale delle persone trans. Tuttavia, la Commissaria sottolinea che una maggiore visibilità e riconoscimento legale non significano necessariamente una diminuzione dei tassi di discriminazione e violenza subiti dalle persone trans.

In un periodo di regressione dei diritti umani, i movimenti anti-diritto e anti-gender stanno minando i diritti di tutti. In particolare, le loro ideologie minacciano i diritti fondamentali delle persone trans, specialmente quelli relativi alla non discriminazione, all'assistenza sanitaria, alla famiglia, al genere legale, all'occupazione e all'asilo. 

Nel rapporto, la Commissaria presenta 15 raccomandazioni agli Stati membri del Consiglio d'Europa per sostenere i diritti umani delle persone transgender e non binarie. 

Queste misure includono: la raccolta di dati dettagliati per fornire ai politici informazioni preziose per proteggere i loro diritti umani; la proibizione esplicita di discriminazioni basate sull'identità e l'espressione di genere; l'abrogazione di leggi discriminatorie verso le persone transgender e che vietano le pratiche di conversione; la garanzia di accesso a procedure legali di riconoscimento del genere rapide e trasparenti; l'accesso senza stigmatizzazioni a servizi sanitari specifici per i transgender; il riconoscimento dell'identità dei bambini transgender in età scolare nei contesti educativi; la proibizione di discriminazioni nelle decisioni relative alla famiglia e alla partecipazione sportiva; la garanzia di un accesso dignitoso e sicuro a strutture separate per genere.

Inoltre, gli Stati devono riconoscere l'identità di genere come motivo per ottenere lo status di rifugiato e garantire la sicurezza durante la detenzione; promuovere la comprensione e il rispetto attraverso campagne di sensibilizzazione e un'educazione completa; coinvolgere direttamente le comunità transgender nello sviluppo delle politiche e proteggere i difensori dei diritti umani.

Queste raccomandazioni sottolineano l'inclusione, l'accesso all'assistenza sanitaria e all'istruzione e la protezione dalla discriminazione e dalla violenza per le persone transgender e non binarie.

Per saperne di più, è possibile accedere al rapporto qui

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Parole chiave

Consiglio d'Europa non-discriminazione politiche di genere LGBTQI+