Commissione contro il razzismo e l'intolleranza del Consiglio d'Europa: pubblicato il suo rapporto annuale per il 2023
Il 20 giugno, la Commissione contro il razzismo e l'intolleranza del Consiglio d'Europa (ECRI) ha pubblicato il suo rapporto annuale per il 2023. L'ECRI è un organo di monitoraggio dei diritti umani unico nel suo genere, specializzato in questioni relative alla lotta contro il razzismo, la discriminazione, la xenofobia, l'antisemitismo e l'intolleranza in Europa; è composto da 46 membri nominati sulla base della loro indipendenza, imparzialità, autorità morale e competenza riconosciuta.
Il rapporto annuale di quest'anno si concentra su tre aree principali: affrontare la situazione degli sfollati a causa della guerra e di altre emergenze, contrastare l'aumento dell'antisemitismo in Europa a causa dell'attuale conflitto in Medio Oriente e agire con determinazione contro il razzismo e la discriminazione anti-musulmana in tutta Europa.
Per quanto riguarda la prima tematica chiave, la guerra in corso della Russia contro l'Ucraina ha provocato lo sfollamento di milioni di ucraini in cerca di protezione in tutta Europa. Molti cittadini russi in fuga dal servizio militare o dalle persecuzioni politiche hanno cercato rifugio negli Stati del Consiglio d'Europa. Inoltre, oltre 100.000 armeni del Karabakh sono fuggiti in Armenia a causa dell'operazione militare dell'Azerbaigian del settembre 2023.
L'ECRI ha continuato a riscontrare sforzi ammirevoli da parte delle autorità e delle società degli Stati membri del Consiglio d'Europa, volti a rispondere alle esigenze delle persone che hanno lasciato l'Ucraina. Sebbene le narrazioni dominanti siano rimaste quelle di solidarietà e di sostegno, sono stati riportati anche alcuni episodi di odio anti-ucraino. Nel caso di rifugiati e altri beneficiari di protezione internazionale provenienti da altre parti del mondo, l'ECRI ha rilevato casi ricorrenti di Stati che hanno limitato l'accesso al diritto d'asilo e un aumento significativo del discorso pubblico anti-immigrati e talvolta anti-musulmano.
In secondo luogo, alcuni Paesi europei hanno registrato un'impennata dell'antisemitismo dopo l'attacco terroristico di Hamas contro Israele del 7 ottobre 2023 e la successiva guerra di Israele a Gaza. I casi di antisemitismo si sono verificati sia online che offline, con minacce di morte, vandalismo e profanazione di luoghi di culto ebraici. In diversi Paesi, il numero di incidenti antisemiti segnalati negli ultimi tre mesi del 2023 ha superato di gran lunga il numero di quelli solitamente segnalati in un intero anno, e in alcuni casi è stato molto più elevato. Preoccupa particolarmente il fatto che le scuole, che dovrebbero essere luoghi in cui le future generazioni imparano a conoscere e a praticare la diversità, l'inclusione e il rispetto reciproco, registrino un numero elevato di incidenti.
In alcuni Paesi si è registrato un chiaro aumento del numero di episodi di odio contro i musulmani, compresi i discorsi di odio online, all'indomani dell'attacco terroristico di Hamas contro Israele. I musulmani sono stati incolpati di questo e di altri attacchi in Medio Oriente, utilizzando stereotipi su intere comunità e associandole all'uso della violenza. I musulmani, o coloro che sono percepiti come tali, hanno continuato a essere colpiti negativamente dall'attuazione di leggi o politiche antiterrorismo o anti estremismo. Le persone che indossano simboli religiosi visibili o abiti tradizionali sono state talvolta rappresentate come associate al terrorismo o all'estremismo; ciò ha portato a situazioni di discriminazione nell'accesso all'assistenza sanitaria.