Commissione europea: revisione dell’Accordo di associazione tra Unione europea e Israele

Il 20 maggio 2025, l’Alta Rappresentante dell’Unione Europea per gli Affari Esteri e la Politica di Sicurezza, Kaja Kallas, ha annunciato l’avvio di una revisione dell’Articolo 2 dell’Accordo di Associazione UE-Israele. Questa revisione, richiesta formalmente dai Paesi Bassi e sostenuta da altri 17 Stati membri dell'UE, mirava a valutare il rispetto da parte di Israele dei diritti umani e dei principi democratici, elementi essenziali dell’accordo. La decisione della revisione è stata presa in risposta alle preoccupazioni riguardanti il blocco degli aiuti umanitari nella Striscia di Gaza e il nuovo sistema proposto per la distribuzione degli aiuti.
Il 23 giugno 2025, la Commissione Europea ha presentato i risultati della revisione ai ministri degli Esteri dell'UE, riportando delle prove che Israele sta violando i suoi obblighi in materia di diritti umani. Tuttavia, come riportato da Amnesty International la revisione non ha proposto alcuna misura concreta che l’UE dovrebbe adottare in risposta a queste violazioni. Eve Geddie, Direttrice dell’Ufficio delle Istituzioni Europee di Amnesty International, ha criticato duramente l’approccio dell’UE, definendo “imperdonabile” (unforgivable) il ritardo nell'avviare la revisione e “inquietante” (disturbing) la mancanza di azioni concrete proposte. Amnesty International sostiene che l’UE e i suoi stati membri abbiano l’obbligo di vietare il commercio e gli investimenti che potrebbero contribuire alle gravi violazioni del diritto internazionale da parte di Israele, incluso quello che l’organizzazione definisce il “crimine contro l’umanità dell’apartheid” (crime against humanity of apartheid) contro i palestinesi.
Questo sviluppo si inserisce in un contesto di crescente pressione internazionale su Israele. Infatti, come spiegato nel documento informativo preparato per i Membri e lo staff del Parlamento Europeo, che funge da materiale di background per assistere il loro lavoro parlamentare, era stato stabilito che qualora la revisione dovesse constatare una violazione dell’Articolo 2 da parte di Israele, il prossimo passo sarebbe stato probabilmente l’apertura di consultazioni, come previsto dall’Articolo 79 dell’accordo. Successivamente, in caso di mancata risoluzione, l’UE avrebbe potuto adottare "misure appropriate" (appropriate measures), includendo la sospensione parziale o totale dell'accordo. Tuttavia, l’unanimità richiesta per tali decisioni nel Consiglio dell’UE potrebbe rendere difficile l’adozione di misure drastiche sebbene l’UE potrebbe pensare di limitare o sospendere la cooperazione solamente per alcune tematiche specifiche, per esempio sospendendo il dialogo politico con Israele.
E’ possibile consultare il documento del Parlamento Europeo al seguente link: https://www.europarl.europa.eu/RegData/etudes/ATAG/2025/772892/EPRS_ATA(2025)772892_EN.pdf