Consiglio dei diritti umani: tavola rotonda biennale sui giovani e i diritti umani - il ruolo dei giovani nella promozione di società pacifiche

Il 16 settembre 2025, la comunità internazionale e i rappresentanti dei giovani si sono riuniti in occasione della Tavola rotonda biennale sui giovani e i diritti umani. Il tema di quest'anno era “Il ruolo dei giovani nella promozione di società pacifiche e nella creazione di un ambiente favorevole al godimento dei diritti umani da parte di tutti”. L'evento si è svolto nell'ambito della 60a sessione del Consiglio dei diritti umani (HRC).
La discussione ha sottolineato il ruolo centrale dei giovani come agenti chiave di cambiamento pacifico e come costruttori di ponti in una società sempre più polarizzata. Con una popolazione di 1,9 miliardi, i giovani rappresentano un'immensa risorsa di energia, idee e innovazione e sono considerati non solo i leader del futuro, ma anche protagonisti attivi del presente.
Il Vice Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Nada Al-Nashif, ha aperto la sessione riconoscendo una restrizione globale della libertà di espressione dei giovani, che sono sempre più esposti a minacce, sorveglianza e discriminazione, con particolare riferimento ai gruppi emarginati. Ha inoltre sottolineato l'urgente necessità di regolamentare gli strumenti tecnologici al fine di proteggere la salute mentale e affrontare fenomeni come il cyberbullismo. Ha invitato i governi a collaborare con i giovani, e non contro di loro. Inoltre, il Sottosegretario generale delle Nazioni Unite per gli affari giovanili, Felipe Polliet, ha ribadito la necessità di raggiungere la condivisione del potere e che la partecipazione dei giovani deve diventare una pratica quotidiana.
La discussione è stata arricchita da esempi concreti di successo della leadership giovanile.
Nelly Monzon ha presentato il Progetto Nab'il in Guatemala, che promuove una partecipazione significativa dei giovani, consentendo loro, in particolare quelli indigeni e meticci, di influenzare il processo decisionale sia a livello comunitario che municipale. Hamish Nott, del Parlamento scozzese dei giovani, ha illustrato come la partecipazione dei giovani abbia portato a riforme significative, tra cui l'integrazione della Convenzione sui diritti dell'infanzia nella legislazione nazionale e la gratuità dei trasporti per i minori di 22 anni.
P. Rao, consulente per la difesa dei diritti umani e i programmi globali presso SAIH, ha sottolineato i rischi che corrono i giovani difensori dei diritti umani, facendo eco alle osservazioni sollevate dal Vice Alto Commissario. B. Sonko, cofondatore e coordinatore dei programmi nazionali di Peacehub Gambia, ha sottolineato la necessità di una maggiore responsabilità e trasparenza da parte dei governi.
In questo contesto, l'Italia ha sottolineato l'impatto devastante dei conflitti sulla generazione giovane - dal negato accesso all'istruzione allo sfollamento e alla perdita di vite umane - riconoscendo al contempo i giovani come agenti di pace e giustizia. L'Italia ha riconosciuto che, affinché la partecipazione sia trasformativa, è necessario rimuovere ostacoli quali la mancanza di risorse, l'emarginazione e le minacce nei confronti dei giovani difensori. Infine, l'Italia ha ribadito il proprio impegno attraverso lo sviluppo del suo Piano d'azione nazionale sull'agenda per la gioventù, la pace e la sicurezza, volto a garantire una partecipazione significativa dei giovani nella promozione della pace, nella salvaguardia dei diritti nei conflitti e nella promozione di una cultura del dialogo e della mediazione.
Dal panel è emerso che investire nei giovani non è carità, ma un investimento strategico e necessario per costruire società pacifiche, inclusive e rispettose dei diritti. È stato sottolineato come i giovani non siano solo i leader di domani, ma protagonisti attivi di oggi e debbano contribuire in modo attivo e significativo ai processi decisionali.