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Entrata in vigore il 1º settembre 1988, in un ventennio la Carta europea delle autonomie locali ha promosso una nuova fase dell'evoluzione democratica ed ha condotto ad una democrazia più vicina al cittadino.
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La Carta impone alle Parti l’applicazione di regole che garantiscano l’indipendenza politica, amministrativa e finanziaria delle comunità locali. Essa prevede che il principio delle autonomie locali debba fondarsi su una base legale, di preferenza di rango costituzionale. Le autorità locali devono essere elette a suffragio universale. In nome del principio di sussidiarietà - secondo il quale la responsabilità dei servizi pubblici doveva essere trasferita al livello dove potevano essere dispensati più efficacemente - i redattori della carta hanno ritenuto giustamente che il trasferimento di competenze a favore delle collettività locali avrebbe liberato le loro potenzialità, favorito l'azione di molteplici attori a tutti i livelli di gestione e permesso di cogliere le grandi sfide contemporanee. Le collettività locali si sono dunque trovate in prima linea a rispondere alle preoccupazioni delle nostre società, che si tratti della biodiversità, della coesione sociale con e tra le collettività, del cambiamento climatico e del consumo sostenibile, del dialogo interculturale o ancora dell'ambiente urbano. La carta è stata ratificata da 43 dei 47 stati membri del Consiglio d'Europa, ed è diventata il punto di riferimento della democrazia locale in Europa, e parte integrante della buona governance nazionale.
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Il testo della Carta delle autonomie locali è scaricabile al sito
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http://conventions.coe.int/Treaty/Commun/QueVoulezVous.asp?NT=122&CM=1&CL=ITA
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