La Commissione europea per la democrazia attraverso il diritto del Consiglio d’Europa - nota come “Commissione di Venezia” - ha reso pubblico lo scorso 11 luglio 2007 un parere relativo alla compatibilità tra la videosorveglianza dei luoghi pubblici da parte degli operatori pubblici e la tutela delle libertà fondamentali. Nel documento, la Commissione di Venezia conclude con l’affermare che la videosorveglianza rappresenta una minaccia per il rispetto della vita privata e la libertà di movimento, ricollegandosi a questioni tecniche a proposito della conservazione dei dati personali raccolti attraverso sistemi di registrazione visivi. La Commissione di Venezia invita quindi gli Stati membri - anche nel momento in cui si rendessero evidenti imperativi di pubblica sicurezza - ad adottare misure volte a:
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· Segnalare sistematicamente le zone soggette a videosorveglianza;
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· Creare, al livello nazionale, un organo indipendente che possa garantire la legalità di tali installazioni, ed in particolare la loro conformità agli standards posti dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo e dai testi internazionali relativi alla raccolta e alla protezione dei dati personali.
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Anche la videosorveglianza da parte degli operatori privati costituirebbe secondo la Commissione una potenziale minaccia per le libertà personali: a questo proposito, chiunque sia soggetto a tale sorveglianza dovrebbe essere messo nelle condizioni di poter accedere ai dati raccolti e di essere informato della loro destinazione.