Consiglio D’Europa: un nuovo report rivela che le persone LGBTI subiscono trattamenti sanitari inadeguati e propone delle soluzioni
Il Consiglio d’Europa ha pubblicato un report intitolato “Right to the Highest Attainable Standard of Health and Access to Healthcare for LGBTI People in Europe” che rivela le disparità tra le persone LGBTI e la restante parte della popolazione; secondo l’Agenzia dell’Unione Europea per i Diritti Fondamentali (FRA), il 16% delle persone appartenenti alla comunità LGBTI ha subito comportamenti discriminatori nel settore sanitario ed il 46% non ha rivelato la propria identità sessuale e il proprio orientamento per paura di subire pregiudizi e discriminazioni.
Attualmente, solo otto stati membri (Belgio, Bosnia ed Erzegovina, Danimarca, Finlandia, Islanda, Montenegro, Serbia e Spagna) hanno leggi sulla non discriminazione inclusive che riguardano l’orientamento sessuale, l’identità di genere e le caratteristiche sessuali. Inoltre, la mancanza di dati specifici dei bisogni medici delle persone LGBTI interferisce con l’elaborazione politica informata, poiché molte indagini sanitarie non registrano l’orientamento sessuale e l’identità di genere, rendendo questi problemi meno visibili.
Il report propone una gamma di strategie che hanno l’obiettivo di affrontare queste sfide. La gamma include la standardizzazione della raccolta dei dati, il provvedere ad una formazione sanitaria inclusiva e lo sviluppo di programmi sanitari mirati alle esigenze LGBTI. In aggiunta, la Commissione del Consiglio d’Europa consiglia di ampliare le leggi sull'uguaglianza per garantire un accesso alla sanità più inclusivo, adottare politiche fondate sui diritti umani e applicare un approccio “Health in All Policies” (ovvero “Salute in tutte le politiche”) per ridurre le disuguaglianze in altri settori.
Poiché le persone LGBTI, soprattutto quelle più giovani e che subiscono diverse forme di discriminazione e marginalizzazione, presentano tassi più alti di problemi mentali a confronto con il resto della popolazione, il report consiglia l’integrazione di problemi specifici LGBTI all’interno delle politiche nazionali per i problemi mentali e la proibizione delle pratiche di conversione.
Il report conclude dicendo che le persone LGBTI in Europa continuano a riscontrare peggiori esiti sanitari e che la collaborazione ed i finanziamenti sostenuti rappresentano delle strategie chiave per ottenere una sanità più giusta ed inclusiva per le persone LGBTI.