Corte europea dei diritti umani: due ricorsi contro l’Italia dichiarati inammissibili
La Corte europea dei diritti umani (CtEDU) ha recentemente dichiarato inammissibili i ricorsi Viviani e altri (n. 9713/13) e Smaltini (n. 43961/09) contro l’Italia.
Il ricorso Viviani e altri c. Italia riguardava i rischi connessi ad una potenziale eruzione del vulcano Vesuvio e le misure intraprese dalle autorità in protezione della popolazione. Secondo i ricorrenti, le autorità italiane, omettendo di predisporre una normativa regolatoria e amministrativa adeguata, hanno fallito nell'obbligo di proteggere il loro diritto alla vita (art. 2 CEDU), oltre ad aver violato il diritto alla vita privata e familiare non fornendo adeguate informazioni sui rischi connessi a quell’area (art. 8 CEDU). Il ricorso è stato dichiarato inammissibile dalla Corte per mancato esaurimento delle vie di ricorso interne.
Il ricorso Smaltini c. Italia riguardava il presunto legame causale tra l’inquinamento prodotto dallo stabilimento dell’azienda Ilva di Taranto e la leucemia mieloide acuta che aveva portato alla morte della Sig.ra Smaltini. Nello specifico, la ricorrente (o meglio i suoi eredi) lamentavano la violazione del profilo procedurale dell'art. 2 CEDU relativo al diritto alla vita in ragione del fatto che le autorità giudiziarie italiane non avevano riconosciuto il nesso causale tra malattia e l’inquinamento. La Corte di Strasburgo, ritenuto che il procedimento condotto a livello interno avesse adeguatamente considerato le argomentazioni della ricorrente, conclude che sulla base dei dati scientifici disponibili al momento dei fatti non sia possibile determinare una violazione degli obblighi procedurali dell'Italia con riferimento all’art. 2 CEDU. Il ricorso viene quindi dichiarato inammissibile in quanto manifestamente infondato.