Corte europea dei diritti umani

Corte europea dei diritti umani: La Russia è stata ritenuta responsabile di diverse violazioni dei diritti umani in Ucraina dal 2014 al 2022

Foto panoramica della sede del Palazzo dei diritti umani che ospita la Corte europea dei diritti umani, Strasburgo.
© Consiglio d'Europa

La Corte europea dei diritti umani ha emesso una sentenza importante nel caso Ucraina e Paesi Bassi contro la Russia, ritenendo Mosca responsabile di diffuse e esplicite violazioni dei diritti umani in Ucraina dal 2014. La Grande Camera ha riconosciuto la Russia colpevole di una serie di gravi abusi, tra cui attacchi militari indiscriminati, esecuzioni sommarie, torture e l'uso dello stupro come arma di guerra. La Corte ha inoltre citato detenzioni arbitrarie, persecuzioni di giornalisti e gruppi religiosi, distruzione e furto di proprietà private, nonché la rimozione forzata e l'adozione di bambini ucraini in Russia.

In una conclusione significativa, la Corte ha stabilito che la Russia è stata direttamente responsabile dell'abbattimento del volo MH17 nel 2014, che ha causato la morte di 298 passeggeri e membri dell'equipaggio, molti dei quali erano cittadini olandesi. La sentenza ha sottolineato che nessun altro stato dalla Seconda Guerra Mondiale ha mostrato un così grande disprezzo per lo stato di diritto e l'ordine giuridico internazionale, evidenziando la gravità delle azioni della Russia. Di conseguenza, la Corte ha confermato che la Russia ha violato diversi articoli della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo, inclusi il diritto alla vita, il divieto di tortura, il diritto a un ricorso effettivo e il diritto al rispetto della vita privata e familiare.

Questa decisione unanime della Grande Camera copre un periodo di oltre otto anni, da maggio 2014 a settembre 2022, considerando le violazioni in Crimea e nei territori occupati dell'Ucraina orientale. Mentre la Corte deve ancora decidere sulla quantificazione dei danni, oltre 7.400 ricorsi individuali relativi a eventi in Crimea, Ucraina orientale e Mar d'Azov sono ancora pendenti.

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