Costo dei visti per i cittadini di Paesi non-Membri dell'Unione Europea


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In una dichiarazione congiunta del 25 aprile 2006, i Consigli delle società nazionali del Movimento Europeo della regione dei Balcani Occidentali, con il supporto del Movimento Europeo Internazionale, hanno espresso preoccupazione circa un possibile aumento del costo dei visti per i cittadini di Paesi non-Membri dell’Unione Europea, oggetto di discussione all’incontro del Consiglio Giustizia e Affari Interni dell’Unione Europea di venerdì 27 marzo 2006.

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La presa di posizione - cofirmata da Pat Cox (Presidente del Movimento Europeo Internazionale), Miodrag Zivanovic (Presidente del Movimento Europeo della Bosnia-Erzegovina), Mislav Stipic (Segretario Generale del Movimento Europeo della Croazia), Dimitar Mircev (Presidente del Movimento Europeo della Ex-Repubblica Iugoslava di Macedonia), Momcilo Radulovic (Segretario Generale del Movimento Europeo in Montenegro) e Zivorad Kovacevic (Presidente del Movimento Europeo serbo) -recita:

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Il regime esistente in materia di visti costituisce un impedimento al progresso del processo di integrazione europea e costituisce un limite alle comunicazioni nel senso più ampio del termine.

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Un eventuale aumento dei costi [di ottenimento dei visti] da 35 a 60 euro rappresenterebbe a questo proposito un ulteriore ostacolo. Purtroppo, per la maggior parte degli abitanti della regione dei Balcani Occidentali si tratterebbe di un ostacolo insormontabile.

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Un possibile aumento dei costi di ottenimento dei visti costituirebbe inoltre un messaggio negativo per tutti i Paesi dei Balcani Occidentali. Invece di favorire la libertà di circolazione tra la regione e gli Stati Membri dell’Unione Europea, questa decisione darebbe luogo ad un elemento di isolamento tra l’Unione Europea di oggi ed il suo vicinato.

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Pertanto, invitiamo i Ministri degli Interni e della Giustizia degli Stati Membri dell’Unione Europea a trovare una soluzione favorevole alla liberalizzazione del regime dei visti e a non imporre nessun ulteriore ostacolo alla cooperazione tra i cittadini dei Balcani Occidentali e quelli dell’Unione Europea.

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Esprimendo la propria posizione circa la vicenda del possibile aumento dei visti, Pat Cox, Presidente del Movimento Europeo Internazionale e già Presidente del Parlamento Europeo, ha osservato:

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Il regime esistente in materia di visti già rende difficile le normali comunicazioni nella regione. Ci sembra che il nocciolo del problema stia in questo: si potrebbe semplicemente non propinare l’immagine di un’Unione Europea come fiaccola per il futuro dei Balcani Occidentali, se contestualmente si procede nel rendere più difficile per i cittadini la possibilità di circolare liberamente nell’Unione Europea. Ogni possibile aumento del costo di ottenimento dei visti costituirebbe un ulteriore ostacolo per la libertà di movimento [...]. Viaggiare nei Paesi dell’Unione Europea sarà possibile solo per un numero ridotto di funzionari e non per gran parte dei cittadini.[...] Si può condividere in toto ogni preoccupazione relativa alla criminalità e al traffico di esseri umani, ma occorre constatare che purtroppo i leader criminali e i loro agenti si sono già organizzati attraverso un discutibile sistema di passaporti multipli e si spostano con facilità in quello che costituisce realmente un mercato unico integrato, cioè lo spazio della criminalità organizzata transfrontaliera.

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Si segnala tuttavia il fatto che, nel corso del Consiglio Giustizia e Affari Interni dello scorso 27 aprile 2006, si sia manifestato un consenso generalizzato circa la decisione di aumentare il costo dei visti d’ingresso nei Paesi Membri dell’Unione Europea da 35 a 60 euro. Tale decisione, come risulta da un comunicato stampa relativo a tale sessione del Consiglio, risulta essere una “conseguenza dell’applicazione del nuovo Sistema informatico relativo ai visti e alla tecnologia di conservazione di informazioni biometriche nei visti dei cittadini di Paesi non-Membri dell’Unione Europea che vi hanno accesso”.