Corte penale internazionale

CPI: Mandato d’arresto richiesto per il comandante in capo del Myanmar dopo i crimini verso i Rohingya

International Criminal Court (ICC), in The Hague, Netherlands.
© UN Photo/Rick Bajornas

A Novembre 2024, una richiesta per un mandato d’arresto è stata presentata dal Procuratore della Corte Penale Internazionale (CPI) nei confronti di Min Aung Hlaing, comandate in capo dell’esercito del Myanmar, accusato di crimini contro l’umanità verso la popolazione dei Rohingya. 

Le accuse provengono dai presunti crimini commessi dal Tatmadaw (le forze armate del Myanmar) insieme alla polizia, alle guardie del confine e ai civili che non fanno parte dei Rohingya dal 25 agosto fino ad arrivare al 31 dicembre 2017. 

Le imputazioni riguardano l’uccisione di 10.000 persone Rohingya e numerose violenze di genere verso donne e ragazze che comprendono stupri e violenze sessuali e che hanno comportato come conseguenza la fuga di oltre un milione di Rohingya dalle loro case per cercare rifugio in Bangladesh. 

La richiesta per il mandato d’arresto è stata emessa dopo un’investigazione e una raccolta di prove che comprende le dichiarazioni dei testimoni interni, prove documentali e materiali scientifici e visivi, raccolti con l’aiuto di stati, società civili e organizzazioni internazionali. 

Il mandato d’arresto non è ancora stato emesso poiché i giudici della Camera Preliminare della CPI devono decidere se le prove hanno tutti i requisiti per poter procedere. Se approvate, il Procuratore lavorerà con il Cancelliere della CPI per organizzare l’arresto di Min Aung Hlaing. 

Collegamenti

Parole chiave

Corte penale internazionale Myanmar (Birmania)