E' mancato Kevin Boyle, giurista e difensore dei diritti umani
Il 26 dicembre 2010 è spirato Kevin Boyle, uno dei più noti e prestigiosi giuristi per i diritti umani, avvocato e professore. Kevin Boyle, nato nel 1943 in Irlanda del Nord, è stato, tra le altre cose, direttore, dal 1990 al 2003 e poi tra il 2006 e il 2007, dello Human Rights Centre dell’Università di Essex, dopo essere stato tra i fondatori, nel 1980, dell’Irish Centre for Human Rights dell’Università di Galway.
Il suo nome è legato alle storiche cause portate davanti alla Corte europea dei diritti umani che hanno condotto a numerose condanne del governo turco per le uccisioni e le torture inflitte agli oppositori politici kurdi. Kevin Boyle ha collaborato intensamente con Amnesty International e ha condotto studi sulle violazioni dei diritti umani in Sud Africa e in altri paesi africani. È stato direttore della ONG Articolo 19, che ha condotto una vigorosa campagna in difesa dello scrittore Salman Rushdie minacciato di morte dal regime di Khomeyni, e presidente, fino al 2008, di Minority Rights Group International.
Negli anni 60 e 70 Kevin Boyle, nato in una modesta famiglia cattolica dell’Ulster, aveva partecipato attivamente ai movimenti per i diritti umani e per la soluzione pacifica del conflitto nordirlandese. Nel 2001 era stato chiamato da Mary Robinson, Alto Commissario per i diritti umani delle Nazioni Unite, a Ginevra, dove ha contribuito al processo di riorganizzazione dell’apparato di monitoraggio dei diritti umani negli anni difficili dell’immediato post-11 Settembre.
Il contributo di Kevin Boyle alla causa dei diritti umani è stato prezioso sia sul fronte giudiziario, soprattutto come avvocato davanti alla Corte europea dei diritti umani, sia su quello della ricerca e dell’insegnamento.