G192: i diritti umani devono avere un posto preminente negli sforzi per affrontare le crisi finanziaria
Durante la Conferenza delle Nazioni Unite sulla crisi economica e finanziaria e i suoi impatti sullo sviluppo (G192), che si è tenuta tra il 24 e il 26 giugno, l'Alto Commissario per i diritti umani, Navi Pillay, ha affermato che una prospettiva basata sui diritti umani porta un valore enorme allo sviluppo di strategie di reazione, nazionali ed internazionali, ad una crisi e, assieme agli esperti indipendenti delle Nazioni Unite, ha richiesto quindi ai delegati che hanno partecipato al summit di dare priorità ai diritti umani nel formulare una risposta al rallentamento finanziario globale.
L'Alto Commissario ha affermato che la crisi identifica vulnerabilità critiche dovute a forme multiple di marginalizzazione ed ineguaglianza, compresa la discriminazione basata su genere, etnia e nazionalità. Le risposte dei governi alla sofferenza economica che non cercano di rivolgersi a tali asimmetrie di potere e di status, livellando il campo di gioco, sono sia miopi, sia ingiuste”. Navi Pillay ha inoltre notato che la crisi economica, come quelle relative al cibo e al carburante, non sono solo crisi di sviluppo, ma anche crisi dei diritti umani.
Parlando ad una conferenza stampa, il premio Nobel, Joseph Stiglitz, che presiede un panel di esperti convocato dal Presidente dell'Assemblea Generale sulle riforme del sistema monetario e finanziario, ha sottolineato come il fatto stesso che sia stato tenuto questo summit dimostra in primo luogo come i paesi in via di sviluppo – che figurano tra “le vittime innocenti” - siano stati colpiti profondamente dalla crisi, e che l'attuale disordine ha colpito anche quelle nazioni più povere con una sana regolamentazione.
Stiglitz ha inoltre aggiunto che il raduno avvenuto alle Nazioni Unite è complementare agli sforzi di altri organismi, incluso il G20, per affrontare i problemi, ma che l'incontro il G192 è sia più rappresentativo sia più inclusivo dell'incontro del G20, per il fatto che quest'ultimo si concentra sull'evasione fiscale e altre questioni che non sono tra le preoccupazioni primarie dei paesi in via di sviluppo, più preoccupati su questioni quali la corruzione e i conti bancari secreti.