sostenibilità

Giornata internazionale rifiuti zero: per un ambiente pulito, sano e sostenibile, 30 Marzo 2025

Accumulo di rifiuti di vestiti.
© cc licensed ( BY-SA ) photo by Alan Levine

Le pratiche di produzione e consumo insostenibili dell'umanità stanno portando il pianeta verso un collasso ecologico.
L'Assemblea generale delle Nazioni Unite, con la risoluzione A/RES/76/300, ha riconosciuto nell'agosto 2022 il diritto umano a un ambiente pulito, sano e sostenibile. Tuttavia, l'impatto di una cattiva gestione dei rifiuti è devastante. Ogni anno, le case, le piccole imprese e i servizi pubblici producono un'enorme quantità di rifiuti: tra i 2,1 e i 2,3 miliardi di tonnellate di rifiuti solidi urbani. Il dato allarmante è che solo il 61-62% di questi rifiuti è gestito correttamente in strutture controllate. 

La Giornata internazionale dei rifiuti zero, che si celebra il 30 marzo, mira ad affrontare la crisi mondiale dell'inquinamento da rifiuti. L'impatto di una cattiva gestione dei rifiuti costa all'economia globale centinaia di miliardi di dollari ogni anno e contribuisce al cambiamento climatico, al degrado ambientale, alla perdita di terra e di biodiversità e all'inquinamento dell'aria, dell'acqua e del suolo, con un impatto sia sulla salute umana che sul pianeta.
Quest'anno l'attenzione è rivolta al settore della moda e del tessile per ridurre i rifiuti e promuovere soluzioni circolari.

Alimentata dall'aumento della produzione e del consumo, la produzione di abbigliamento è raddoppiata tra il 2000 e il 2015, generando ben 92 milioni di tonnellate di rifiuti. Questa impennata ha innescato gravi sfide ambientali, economiche e sociali, che colpiscono in modo sproporzionato il Sud del mondo. Il contributo annuale dell'industria tessile alle emissioni globali di gas a effetto serra varia dal 2 all'8%, unitamente a un immenso consumo di acqua pari a 215.000 miliardi di litri, paragonabile al riempimento di 86 milioni di piscine olimpioniche.

L'UNEP (UN Environment Programme) e UN-Habitat chiedono a tutte le parti responsabili - compresi i governi, la società civile, le imprese, il mondo accademico, le comunità e i giovani - di impegnarsi attivamente in iniziative a livello nazionale, subnazionale, regionale e locale.
I consumatori dovrebbero privilegiare il riutilizzo, la riparazione, il riciclaggio e l'abbigliamento durevole rispetto alla fast fashion. Il settore privato deve ridurre i volumi di produzione e progettare capi durevoli, riparabili e riciclabili, adottando modelli circolari, privilegiando materiali sostenibili e contribuendo alla ricostruzione della biodiversità. I governi devono far valere le normative sulle sostanze chimiche, investire nelle infrastrutture di riciclaggio e incentivare le pratiche commerciali sostenibili per facilitare un'economia circolare.

L'Associazione Zero Waste Italy ha lanciato un appello alle amministrazioni comunali, alle imprese, alla società civile, al mondo accademico e ai cittadini affinché si mobilitino e organizzino eventi di sensibilizzazione, come annunciato dall'ONU dal 1° marzo al 5 aprile 2025. 

L' Elenco delle iniziative italiane è in corso di aggiornamento.

Tuttavia, le iniziative non sono sufficienti: per affrontare questa sfida è necessario un cambiamento e approccio sistemico a rifiuti zero attraverso una produzione e un consumo sostenibili e soluzioni circolari. 


 

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