Gli Stati Uniti rivalutano il loro impegno nei confronti del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite

Il presidente statunitense Donald Trump ha firmato un ordine esecutivo nel febbraio 2025, in cui richiede una rivalutazione dell'impegno degli Stati Uniti all'interno del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite. Tuttavia, è bene far notare che attualmente gli Stati Uniti non fanno parte del Consiglio diritti umani. Gli Stati che vogliono far parte di questo organo devono presentare la loro candidatura in Assemblea generale che elegge i 47 Stati membri del Consiglio.
Il Consiglio per i diritti umani (Human Rights Council) è un forum in cui gli Stati possono deliberare su questioni relative ai diritti umani e portare alla luce gravi violazioni attraverso indagini. È fondamentale per promuovere la responsabilità e far in modo che i governi siano ritenuti responsabili delle loro azioni. L'ordine esecutivo del presidente Trump accusa “alcuni” organi e agenzie delle Nazioni Unite di antisemitismo e di danneggiare gli interessi degli Stati Uniti.
L'ordinanza menziona esplicitamente il Consiglio per i diritti umani, l'Organizzazione per l'educazione, la scienza e la cultura (UNESCO) e l'Agenzia per il soccorso e l'occupazione dei rifugiati palestinesi nel Vicino Oriente (UNRWA). L'ordine esecutivo, emesso il 3 febbraio 2025, prevede una revisione dell'adesione all'UNESCO entro tre mesi.
Amanda Klasing, direttrice nazionale delle relazioni governative e dell'advocacy di Amnesty International USA, ha dichiarato che l'ordine esecutivo dimostra il disprezzo flagrante di Trump nei confronti dei diritti umani e la cooperazione internazionale. Ha ribadito la necessità di collaborazione e azione collettiva per difendere i diritti umani nel multilateralismo. Ha sottolineato che le azioni del Presidente Trump inviano un messaggio al resto del mondo: gli Stati Uniti si accontentano di demandare le decisioni cruciali sulle violazioni dei diritti umani ad altre nazioni. Anche se gli Stati Uniti non sono presenti, le istituzioni per i diritti umani continueranno a fare il loro lavoro.