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Human Rights Watch: l’Italia deve estendere la legge contro la discriminazione ai reati di omofobia e transfobia

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Human Rights Watch sostiene che la Camera dei Deputati della Repubblica italiana debba adottare misure più incisive contro la discriminazione e la violenza basata sull'orientamento sessuale e l'identità di genere. Il dibattito per un disegno di legge per riformare la legislazione contro la discriminazione si è svolto il 26 luglio 2013.

Judith Sunderland, ricercatrice per l’Europa occidentale di Human Rights Watch, ribadisce che "l'Italia è in ritardo nel riconoscere che la discriminazione basata sull'orientamento sessuale o l'identità di genere sia sbagliata".

Il disegno di legge dovrebbe modificare un pilastro della legislazione anti-discriminazione italiana: la Legge Mancino del 1993, che considera reato quegli atti commessi "con la finalità di discriminazione o di odio fondati sull'appartenenza etnica, la nazionalità, razza o religione". La modifica dovrebbe aggiungere tra i reati anche l’istigare o commettere discriminazioni o atti di violenza per motivi di "omofobia e transfobia".

Il disegno di legge aveva inizialmente previsto l'inasprimento delle sanzioni per i reati commessi con la circostanza aggravante dell'odio basato sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere. In seguito questo rafforzamento previsto nel disegno di legge è stato abbandonato per raggiungere il compromesso su un testo condiviso.

Human Rights Watch ha documentato i problemi, nella prassi giuridica, dell’applicazione della circostanza aggravante in un rapporto del 2011, sulla risposta dello Stato alla violenza razzista in Italia. I pubblici ministeri e i tribunali interpretano spesso la legge come applicabile solo ai casi in cui l'odio razziale sia l'unica motivazione della commissione di un crimine. Il che ha portato a trattare gravi crimini razzisti come se fossero reati ordinari, anche quando vi fosse il sospetto che vi fosse più di una motivazione alle violenze.

La prassi applicata dai tribunali è in evoluzione, ma la ricerca di Human Rights Watch ha rilevato che la Legge Mancino ha una formulazione restrittiva, in quanto parla di "finalità" piuttosto che di "motivazione" e non c’è il riconoscimento esplicito della possibilità di motivazioni miste. Human Rights Watch afferma che, nel lungo termine, il Parlamento dovrebbe anche contemplare la necessità di modificare i tratti della legge chiarendo che essa debba essere applicata anche in questi ultimi casi.

Simili tentativi di introdurre chiare misure antidiscriminazione delle persone LGBT (lesbiche, gay, bisessuali, transgenere) sono falliti di fronte ad opposizioni, nel 2009 e di nuovo nel 2011.

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