intelligenza artificiale (IA)

Il Consiglio d'Europa adotta il primo trattato internazionale sull'intelligenza artificiale

Artificial intelligence and big data

Lo scorso 14 maggio il Consiglio d’Europa ha adottato la Convenzione quadro del Consiglio d'Europa sull'intelligenza artificiale e i diritti umani, la democrazia e lo stato di diritto. Tale documento costituisce il primo trattato giuridicamente vincolante nell’ambito dell’intelligenza artificiale.

La Convenzione è il risultato di due anni di lavoro di un organismo intergovernativo, il Comitato sull'Intelligenza Artificiale, composto dai 46 Stati membri del Consiglio d'Europa, dall'Unione Europea e da 11 Stati non membri (Argentina, Australia, Canada, Costa Rica, Santa Sede, Israele, Giappone, Messico, Perù, Stati Uniti d'America e Uruguay), oltre che da rappresentanti del settore privato, della società civile e del mondo accademico, che hanno partecipato come osservatori.

Il trattato, aperto anche ai Paesi extraeuropei, ha l'obiettivo primario di stabilire uno standard giuridico internazionale che consenta ai diversi Stati di trarre vantaggio dall'Intelligenza Artificiale mitigandone allo stesso tempo i rischi. 

Secondo il principio di trasparenza e i requisiti di supervisione stabiliti nella convenzione, le parti sono chiamate ad adottare misure per identificare, valutare, prevenire e mitigare i possibili rischi e valutare la necessità di una moratoria, di un divieto o di altre misure appropriate relative agli usi dei sistemi di intelligenza artificiale laddove vi sia incompatibilità tra tali rischi e gli standard dei diritti umani. 

Dovranno inoltre garantire la responsabilità per gli impatti negativi dell'IA, fornendo rimedi legali alle vittime di violazioni dei diritti umani provocate dal suo utilizzo.

Per quanto riguarda il rischio per la democrazia, all’interno del trattato si fa divieto di utilizzare l’IA per compromettere l’indipendenza degli organi giudiziari, la divisione dei poteri o l’accesso alla giustizia.

La disposizione del trattato non influirebbe né sulla protezione degli interessi della sicurezza nazionale e della difesa, né sulle attività di ricerca e sviluppo, tranne nel caso in cui i test di sistemi di IA possano potenzialmente interferire con i diritti umani, la democrazia o lo stato di diritto.

Per quanto riguarda l'attuazione, a livello nazionale la Convenzione richiede a ciascuna parte di istituire un meccanismo di supervisione indipendente, all'interno di un quadro di dibattito pubblico e informato e di consultazione delle parti interessate sul corretto utilizzo della tecnologia di IA. A livello internazionale, la Convenzione stabilisce un meccanismo di follow-up sotto forma di Conferenza delle Parti.

La convenzione quadro sarà aperta alla firma a Vilnius (Lituania) il 5 settembre, in occasione di una conferenza dei ministri della Giustizia.

Collegamenti

Parole chiave

intelligenza artificiale (IA) Consiglio d'Europa tecnologia