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Il diefensore dei diritti umani Mohamed Dihani è entrato in territorio italiano per poter chiedere la protezione internazionale

Mohamed Dihani è un difensore dei diritti umani e attivista per i diritti del popolo saharawi, per lungo tempo vittima di gravi violazioni dei diritti umani, che vanno dalla detenzione arbitraria, alle torture, alle molestie legali e amministrative e alla sorveglianza, in ragione del suo attivismo esercitato in modo esclusivamente pacifico.

Dal 2010 al 2015, Mohamed Dihani è stato vittima prima di sparizione forzata e successivamente di detenzione arbitraria in Marocco. Il Gruppo di lavoro delle Nazioni Unite sulle detenzioni arbitrarie ha riconosciuto il carattere arbitrario della sua detenzione e ha esortato il governo marocchino a rilasciarlo immediatamente, a svolgere un’indagine indipendente e imparziale sugli atti di tortura e a concedere il pieno risarcimento dei danni fisici e psicologici cagionati dai trattamenti inumani e degradanti.

A seguito del suo rilascio dal carcere in Marocco nel 2015, attraverso il programma di supporto per difensori dei diritti umani a rischio di Amnesty International, dal 2019 Mohamed Dihani si era rifugiato temporaneamente in Tunisia per proteggersi dalle continue persecuzioni delle autorità marocchine, in attesa di poter cancellare la segnalazione nella blacklist Schengen che ostacolava il suo ingresso in Italia e la successiva richiesta di protezione internazionale.

Nel maggio 2022, un’importante ordinanza del Tribunale di Roma ha finalmente riconosciuto il diritto di Mohamed Dihani di accedere sul territorio nazionale per presentare domanda di protezione internazionale e ordinato alle autorità italiane di rilasciare immediatamente un visto d’ingresso. L’ordinanza ha accolto il ricorso presentato contro il ministero degli Affari esteri da Mohamed Dihani, evidenziando che quest’ultimo era stato “impossibilitato ad accedere sul territorio italiano per ragioni indipendenti dalla sua volontà”, a causa di una illegittima segnalazione SIS inserita dalle autorità italiane sulla base di informazioni riconducibili all’utilizzo illegittimo della legge sul terrorismo da parte delle autorità marocchine. Il giudice ha altresì sottolineato l’esistenza di un rischio concreto di respingimento illegale dalla Tunisia al Marocco che ne avrebbe messo a rischio la sicurezza.

A seguito della richiesta da parte della Farnesina di coinvolgere nel giudizio il ministero dell’Interno, che aveva ostacolato l’ottemperanza della prima ordinanza sopracitata, il Tribunale di Roma ha emesso una seconda pronuncia nel luglio 2022, con la quale ha riconosciuto il diritto al rilascio del visto per l’attivista saharawi anche in presenza di una segnalazione nella banca dati SIS, in quanto “l’uso [da parte delle autorità italiane] di tali informazioni [basate sull’utilizzo illegittimo della legge anti-terrorismo da parte delle autorità marocchine] per tenere in piedi la segnalazione SIS [era] del tutto illegittimo”.


Il 18 luglio 2022, il consolato italiano a Tunisi ha rilasciato Mohamed Dihani un visto di ingresso che gli ha garantito l’ingresso sul territorio nazionale il 22 luglio successivo. Mohamed Dihani ha poi formalizzato la sua richiesta di protezione internazionale al suo arrivo all’aeroporto di Roma Fiumicino e le procedure per l’accertamento dello status di rifugiato sono attualmente in corso.

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