Il lavoro minorile in Italia: Documento sulle strategie condivise
Il Coordinamento PIDIDA / per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza è un libero tavolo di confronto e coordinamento aperto a tutte le Associazioni, ONG - Organizzazioni Non Governative, e in generale alle realtà del Terzo Settore che operano per la promozione e tutela dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza in Italia e nel mondo.
-Uno dei temi affrontati di recente è stato quello relativo al lavoro minorile, approfondimento che si è concretizzato in un documento che è stato presentato al recente Seminario Nazionale sul lavoro minorile a Roma il 16 aprile 2008 presso l’Auditorium UNICEF-Italia.
-Si ricorda che Il PIDIDA è stato chiamato a far parte del Tavolo di coordinamento contro lo sfruttamento del Lavoro minorile, istituito congiuntamente dai Ministeri della Solidarietà Sociale e del Lavoro e della Previdenza Sociale.
-Il Documento, partendo dalla normativa internazionale e nazionale riguardante i diritti dei minori, quindi prima di tutto
Il Documento mette in rilievo la complessità della tematica inerente il lavoro minorile che rende necessario un chiarimento semantico. Infatti il termine “lavoro minorile” è considerato troppo generico, in quanto si adatta poco alle molteplici sfaccettature che il fenomeno presenta nella realtà. A livello internazionale si riconoscono due accezioni del termine:
-¾ “Child work” - inteso come lavoro “non lesivo” dello sviluppo psicofisico del minore, che non ostacola la sua istruzione, consentendogli di partecipare all’economia familiare;
-¾ “child labour”, inteso come sfruttamento del lavoro minorile.
-Il fenomeno è strettamente collegato al contesto socio economico del Paese in cui il minore vive, ed alla sua situazione familiare e culturale.
Con queste premesse, il Documento avanza quindi 15 proposte da condividere e che riguardano in particolare e soprattutto:
- la piena attuazione delle normative citate, e ratificate dall’Italia;
- l’elaborazione quanto prima del previsto Piano d’Azione per eliminare le forme peggiori di lavoro minorile, finanziandolo in maniera adeguata;
-- il monitoraggio sistematico del fenomeno sul piano nazionale;
- la predisposizione di progetti di prevenzione;
- la predisposizione di politiche per l’inclusione sociale in Italia: in particolare sulla lotta alla povertà, sul sostegno economico alle famiglie disagiate, sull’educazione, sulla formazione, sui percorsi di alternanza scuola-lavoro, sulle politiche per favorire l'inserimento lavorativo dei giovani
-- l’informazione degli stessi minori riguardo ai loro diritti e ascoltare la loro voce.