Il Parlamento europeo discute le modalità di partecipazione dell'UE in seno al FMI

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Il Parlamento europeo ha cominciato il 16 febbraio la discussione di un rapporto intitolato “Revisione strategica del Fondo monetario internazionale” presentato dal parlamentare francese Benoît Hamon, nel quale si auspica che in futuro l'Unione garantisca un miglior coordinamento delle proprie posizioni in seno al Fondo monetario internazionale (FMI), in modo da incidere maggiormente sulle decisioni di tale istituzione.

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Il rapporto si dice a favore, nel quadro del dibattito sulla riforma del FMI, dell’opzione che prevede che esso assuma sempre di più una funzione “di stabilizzatore delle fluttuazioni dei cambi a livello globale e di prestatore di ultima istanza per i paesi che si trovano in gravi difficoltà con la bilancia dei pagamenti” (corsivo aggiunto).

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Ritenendo però che la mancanza di coordinamento dell'Unione europea nel FMI non le consente di incidere sulle decisioni adottate in modo proporzionato al suo peso economico, la relazione invita le istituzioni europee a garantire un'unità di voto dell'area euro o, se possibile, della Comunità europee. Infatti, se l'UE a 25 fosse membro dell'FMI potrebbe disporre del 31,92% dei diritti di voto, così, supererando il Governo statunitense che, con il 17,11%, risulta essere attualmente il principale “azionista” del Fondo.

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Il rapporto evidenzia anche la necessità di garantire la coerenza tra i programmi del FMI e gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio.