"In una più ampia libertà: verso sviluppo, sicurezza e diritti umani per tutti"


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Il 21 marzo 2005 è presentato all’Assemblea generale delle Nazioni Unite il Rapporto del Segretario generale dal titolo “In una più ampia libertà: verso sviluppo, sicurezza e diritti umani per tutti”. Il documento contiene una serie di proposte agli Stati membri delle Nazioni Unite in vista del summit del prossimo settembre sui progressi nell’attuazione della Dichiarazione del Millennio, proposte che trovano ispirazione nei due recenti rapporti presentati rispettivamente dai sedici saggi del Panel di alto livello sulle minacce le sfide e il cambiamento e dai 250 esperti coordinati dal Jeffrey Sachs del quadro del Millennium project.

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Annan invita significativamente i leaders mondiali ad agire per il comune scopo di un “perfect triangle of development, freedom and peace”.

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Il rapporto si compone di quattro sezioni.

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La prima sezione affronta il tema della “libertà dal bisogno”. Il Segretario generale invita una volta ancora tutti gli Stati sviluppati a destinare lo 0.7 del PNL all’assistenza per lo sviluppo, come presupposto essenziale al raggiungimenti degli obiettivi di sviluppo del millennio. Annan osserva inoltre che il cambiamento climatico costituisce una tra le maggiori sfide per l’ambiente e lo sviluppo nel 21° secolo: considerato che gli obiettivi individuati nel Protocollo di Kyoto recentemente entrato in vigore si estendono sino al 2012, egli invita gli Stati a elaborare un più compiuto quadro giuridico che guardi oltre il 2012.

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La seconda sezioneintitolata “libertà dalla paura” riprende le principali conclusioni del rapporto del Panel di alto livello, con riguardo alle nuove minacce alla sicurezza collettiva. Con riguardo alla minaccia terroristica Annan invita a concludere quanto prima i negoziati per una convenzione globale contro il terrorismo che contenga infine una definizione del reato. Sono inoltre elaborate specifiche proposte per arginare la diffusione di armi di distruzione di massa e contro la proliferazione nucleare. Ancora, il Segretario generale condivide la proposta di creare una Consiglio delle Nazioni Unite per il Peacebuilding. Il paragrafo finale della sezione riguarda la delicata questione dell’uso della forza nelle relazioni internazionali. Annan riconosce il processo in atto di rilegittimazione della forza da parte di alcuni attori statali in particolare del suo uso in via preventiva: egli peraltro osserva che le uniche eccezioni al divieto sancito dall’art.2 par.4 della Carta sono costituite dall’esercizio della legittima difesa e dall’autorità del Consiglio di sicurezza di autorizzare tale uso in presenza di una minaccia alla pace e alla sicurezza internazionali. Il compito – secondo il Segretario generale – non è quello di trovare alternative al Consiglio di sicurezza come fonte di autorità ma di fare in modo che tale organo operi in maniera più efficace. In questo senso il rapporto propone che il Consiglio di sicurezza adotti una risoluzione che individui i principi essenziali che rappresentino la guida per ogni decisione del Consiglio che autorizzi l’uso della forza. Non vi è invece alcun riconoscimento alla possibilità per gli Stati di intervenire militarmente nel territorio di un altro Stato in assenza di uno specifico mandato del Consiglio.

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La terza sezione affronta la questione della “libertà di vivere in dignità”: in essa sono contenute alcune proposte in tema di diritti umani e democrazia. L’aspetto più interessante riguarda la riforma della Commissione dei diritti umani: secondo Annan, a differenza dei 16 saggi, la Commissione dovrebbe mutarsi in un Consiglio dei diritti umani, i cui membri, direttamente eletti dall’Assemblea generale, “sono impegnati al rispetto degli standards più elevati dei diritti umani”.

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La quarta e ultima sezione è dedicata alle proposte per il “rafforzamento dell’ONU”. Con riguardo al nodo della riforma del Consiglio di sicurezza, il Segretario generale sostanzialmente riprende le due proposte del Panel di alto livello sulle minacce le sfide e il cambiamento contenute nel rapporto “Un mondo più sicuro: la nostra responsabilità collettiva”. Altre proposte riguardano la riforma del Segretariato delle Nazioni Unite.

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Nel concludere il Rapporto, Annan afferma che ciò che egli propone è non solo necessario ma possibile: “From pragmatic beginnings could emerge a visionary change of direction in our world.”
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