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Iniziative delle Nazioni Unite in merito alla grave crisi in Libia

Il simbolo ufficiale delle Nazioni Unite raffigurante la proiezione stereografica polare del globo terrestre attorniata da due rami di alloro
© UN

Lo scorso 22 febbraio il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha tenuto una riunione a porte chiuse sulla crisi in Libia. L'Ambasciatrice Luiza Ribeiro Viotti (Brasile), che detiene la Presidenza del Consiglio di Sicurezza, in una conferenza stampa al termine della riunione ha riferito che i membri del Consiglio hanno “condannato la violenza e l’uso della forza contro la popolazione civile, deplorato la repressione nei confronti di coloro che manifestano in modo pacifico ed espresso profondo rincrescimento per l’uccisione di centinaia di civili”.

Il Segretario Generale Ban Ki-moon e l’Alto Commissario per i diritti umani delle Nazioni Unite hanno entrambi richiamato le autorità libiche alla cessazione immediata della violenta repressione dei manifestanti.

Il Segretario Generale ha affermato di essere indignato per le notizie riguardanti la repressione da parte delle autorità libiche nei confronti dei manifestanti e per l’impiego di aerei da guerra ed elicotteri, dichiarando inaccettabile un uso della forza talmente sproporzionato. Il Segretario Generale ha esortato il leader libico Gheddafi, nel corso di una lunga conversazione telefonica, a porre fine alla violenza, a rispettare i diritti umani dei manifestanti e a tenere conto delle loro richieste e aspirazioni.

L’Alto Commissario per i diritti umani Navi Pillay, inoltre, ha sollecitato l’avvio di una inchiesta internazionale indipendente in merito alla violenta repressione dei manifestanti. L’Alto Commissario ha dichiarato che "il cinismo con cui le autorità libiche e i mercenari sparano proiettili sui manifestanti pacifici è inconcepibile. La comunità internazionale deve unirsi nella condanna di tali atti ed assumere impegni inequivocabili per assicurare che sia fatta giustizia per le migliaia di vittime di questa repressione”. Riferendosi all'uso di mitragliatrici, cecchini e aerei militari contro i manifestanti, l'Alto Commissario ha affermato che tali gravissimi atti commessi nello sfrontato disprezzo del diritto internazionale non devono essere esenti da un'indagine completa e indipendente.

Il Consiglio diritti umani ha in programma per il 25 febbraio una sessione speciale (la 15°) sulla situazione dei diritti umani in Libia, su richiesta di circa 50 stati membri e non membri dell’organismo. Sarà la prima volta che un membro del Consiglio sarà oggetto di una sessione speciale. L'ultima sessione speciale si è svolta nel dicembre 2010, nel corso della quale è stata analizzata la situazione dei diritti umani in Costa d'Avorio durante la crisi post-elettorale.

Anche il Direttore Generale dell’UNESCO e l’Alto Commissario per i rifugiati (UNHCR) hanno espresso grave preoccupazione per l’aggravarsi della crisi. In particolare, Melissa Fleming, portavoce dell'UNHCR a Ginevra, ha dichiarato di temere per l’incolumità di richiedenti asilo e rifugiati in Libia: precedentemente agli attuali disordini, l'UNHCR aveva registrato la presenza di oltre 8.000 rifugiati nel Paese nordafricano. L’Agenzia chiede pertanto a tutti i Paesi di riconoscere in questo momento i bisogni umanitari delle persone in fuga dalle violenze, minacce ed altre violazioni dei diritti umani in Libia.

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