International Crisis Group: Rapporto sulle crisi internazionali nel mese di febbraio 2009
E’ stato pubblicato il bollettino periodico "Crisis Watch", relativo al mese di febbraio 2009, da parte dell’organizzazione non governativa International Crisis Group. Si tratta di uno strumento interessante per una valutazione degli sviluppi nelle principali aree di conflitto del pianeta.
Il bollettino segnala un peggioramento della situazione in 4 Paesi (Bangladesh, Guadalupa, Nord Corea e Sri Lanka) e un miglioramento in 2 situazioni conflittuali (Mali e Zimbawe).
Situazioni peggiorate: Bangladesh, Guadalupa, Nord Corea e Sri Lanka.
Situazioni migliorate: Mali, Zimbabwe.
Situazioni immutate: Afghanistan, Algeria, Armenia, Azerbaijan, Bahrain, Paesi baschi (Spagna), Bielorussia, Bolivia, Bosnia, Burundi, Cameroon, Repubblica Centrafricana, Ciad, Cecenia, Colombia, Costa d’Avorio, Cipro, Repubblica Democratica del Congo, Ecuador, Egitto, Guinea Equatoriale, Etiopia, Etiopia/Eritrea, Georgia, Guinea, Guinea-Bissau, Haiti, India (non-Kashmir), Indonesia, Iran, Iraq, Israele/Territori palestinesi occupati, Kashmir, Kazakhstan, Kenya, Kosovo, Kyrgyzstan, Libano, Liberia, Macedonia, Madagascar, Mauritania, Moldavia, Marocco, Myanmar/Birmania, Nagorno-Karabakh (Azerbaijan), Nepal, Niger, Nigeria, Nord Caucaso (non-Cecenia), Pakistan, Filippine, Rwanda, Arabia Saudita, Serbia, Sierra Leone, Somalia, Sudan, Siria, Stretto di Taiwan, Tajikistan, Tailandia, Timor-Leste, Turchia, Turkmenistan, Uganda, Ucraina, Uzbekistan, Venezuela, Sahara occidentale, Yemen.
In particolare, in Bangladesh alcuni membri della forza paramilitare di frontiera, denominata Fucili del Bangladesh (BDR), hanno messo in atto un ammutinamento presso la loro caserma a Dhaka, prendendo come ostaggi 130 alti ufficiali militari e uccidendone altri 70. Gli ammutinamenti si sono estesi ad altre caserme del BDR minacciando di diffondere le violenze nel Paese per il timore di ritorsioni da parte dei militari. Le misure adottate dal governo comunque sembrano aver ridotto la minaccia di un colpo di Stato, ma sussiste un significativo rischio di conflitto a causa delle tensioni all'interno delle forze militari e paramilitari.
In Sri Lanka la situazione continua a peggiorare, in particolare per i 200.000 civili che sono presenti nella zona degli scontri tra l’esercito regolare del Governo e le Tigri Tamil. Il gruppo di ribelli impedisce alle persone di fuggire dalle zone sotto il loro controllo, mentre cibo, acqua e assistenza medica diventano sempre più precari.
Anche in Corea le tensioni sono aumentate: Seoul ha alzato il livello di allarme per le proprie forze armate dopo la decisione di Pyongyang di annullare gli accordi politici e militari con la Corea del Sud.
In Guadalupa, gli scioperi hanno portato a violenti scontri tra dimostranti e forze di sicurezza prima che fosse raggiunto un parziale accordo tra i sindacati e il governo alla fine del mese scorso.
In Zimbabwe, invece, sono aumentate le speranze per un progresso del Paese da quando il presidente Mugabe e il leader dell'opposizione Tsvangirai si sono accordati sulla formazione di un Governo di coalizione con Tsvangirai come primo ministro. Tuttavia rimangono seri dubbi circa l’attuazione dell’accordo, vista la continua repressione politica.
Nel Mali, una fazione di ribelli Tuareg dell’Alleanza Democratica per il Cambiamento ha accettato di deporre le armi nel quadro di un accordo di pace mediato dall’Algeria; continuano, tuttavia, le operazioni del governo contro un’altra fazione di ribelli Tuareg.