International Crisis Group: rischio di un conflitto tra Armenia e Azerbaijan

 

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L’organizzazione International Crisis Group (ICG) ha pubblicato lo scorso 14 novembre un rapporto nel quale denuncia la possibilità di una pericolosa escalation del conflitto tra Armenia e Azerbaijan sulla questione Nagorno-Karabakh, regione contesa tra i due Stati e occupata, a partire dal 1993, da forze armate di etnia armena.

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Il rapporto sottolinea che, nonostante l’intervento dell’OSCE (c.d. Gruppo di Minsk) e l’esistenza di un piano di pace fin dal 2005, Armenia e Azerbaijan hanno dimostrato un’assoluta mancanza di volontà politica di risolvere il conflitto. A questo punto, risulta difficile pensare di poter raggiungere un accordo di pace complessivo prima delle elezioni presidenziali previste in entrambi i Paesi per il 2008, ma le due parti potrebbero perlomeno accordarsi su un documento che individui alcuni principi generali. Senza tale accordo minimo, e data la pericolosa corsa agli armamenti e la montante retorica militarista diffusa in entrambi gli Stati, l’ICG prevede per i prossimi anni un continuo aumento delle violazioni del cessate-il-fuoco vigente, in maniera del tutto instabile, dal 1994. La situazione potrebbe ulteriormente complicarsi a partire dal 2012, quando è previsto un declino delle riserve petrolifere dell’Azerbaijan: quest’ultimo, che ha sempre considerato inaccettabile lo status quo, potrebbe in definitiva optare per l’opzione militare.

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L’ICG dunque si appella alla Comunità internazionale affinché si impegni ad intervenire con decisione e quanto prima per dirimere il conflitto, incoraggiando i leader politici di entrambi gli Stati a cercare un compromesso e a preparare le rispettive società ad una pace giusta, che si basi sui seguenti punti imprescindibili già individuati dal Gruppo di Minsk:

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·        rinuncia all’uso della forza;

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·        ritiro delle forze armene dai territori dell’Azerbaijan confinanti con la regione Nagorno-Karabakh;

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·        accordo su uno status temporaneo per la regione Nagorno-Karabakh con sostanziale presenza internazionale, incluse forze di peace-keeping;

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·        reciproco impegno a permettere libere elezioni sullo status finale da attribuire alla regione;

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·        rientro dei rifugiati azeri fuggiti dalle proprie abitazioni a causa del conflitto

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Documenti allegati: Rapporto dell’International Crisis Group sulla questione Nagorno-Karabakh

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Per ulteriori informazioni: www.crisisgroup.org/home