Iraq: Risoluzione 1511 (2003) del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite
- Il testo della risoluzione è disponibile in questo sito nella sezione
- I Temi dell'Archivio / Crisi internazionali / Conflitto armato in Iraq e dopoguerra
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- Dopo settimane di intensi negoziati intorno alla bozza presentata dagli Stati Uniti e dal Regno Unito, il 16 ottobre 2003 è stata infine adottata all'unanimità dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite la Risoluzione 1511 (2003), concernente la situazione in Iraq e il processo di ristabilimento della pace, della stabilità e della sicurezza in quel paese.
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- Il Consiglio di Sicurezza, agendo sulla base del Capitolo VII della Carta delle Nazioni Unite, afferma in primo luogo, la natura temporanea del potere esercitato dall'Autorità provvisoria guidata dagli Stati Uniti, la quale verrà a cessare non appena le responsabilità di governo saranno assunte da un esecutivo internazionalmente riconosciuto. La Risoluzione evidenzia, a questo riguardo, che il Consiglio governativo iracheno e i suoi ministri rappresentano "gli organi principali dell'amministrazione temporanea dell'Iraq e, senza pregiudizio di ulteriori evoluzioni, incarnano la sovranità dello Stato dell'Iraq" durante il presente periodo transitorio.
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- Il Consiglio governativo è inoltre invitato a inviare entro il 15 dicembre 2003 al Consiglio di Sicurezza un calendario e un programma verso l'elaborazione di una nuova Costituzione e la convocazione di elezioni democratiche. Al Rappresentante speciale delle Nazioni Unite, istituito dalla ris.1483, del 22 maggio 2003, è richiesto di fornire la necessaria assistenza in tale processo costituente.
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- A tal proposito, il Consiglio di Sicurezza non ha mancato di sottolineare che il ruolo vitale delle Nazioni Unite in Iraq deve essere rafforzato. L'organizzazione è chiamata a fornire assistenza umanitaria, a promuovere la ricostruzione economica e le condizioni di uno sviluppo sostenibile e infine, a contribuire alla ricostruzione delle istituzioni locali e nazionali, attività già individuate nei paragrafi 98 e 99 del rapporto del Segretario generale del 17 luglio 2003.
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- Anche in questa fase, il ruolo vitale delle Nazioni Unite in Iraq rimane dunque insufficiente e insoddisfacente, per nulla paragonabile alle responsabilità di gestione delle crisi post-conflittuali assunte dall'organizzazione in precedenza.
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- La risoluzione affronta anche la questione, assai dibattuta, dello status delle forze armate americane e britanniche, come di altri contingenti alleati presenti in Iraq. Ai sensi dei paragrafi 13 e 14 della ris.1511, gli Stati sono infatti sollecitati a contribuire alle attività di una forza multinazionale, la quale è autorizzata dalla risoluzione stessa a prendere le necessarie misure, sotto comando unificato, volte a mantenere la sicurezza e la stabilità in Iraq sino all'istituzione del legittimo governo. Il Consiglio di Sicurezza ha inoltre deciso riesaminare entro un anno gli obiettivi e il mandato di tale forza.
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- La risoluzione riconosce e ratifica la situazione di fatto esistente nel Paese. Si è pertanto subito commentato che difficilmente essa potrà produrre qualche effetto sul comando statunitense delle operazioni delle forze armate alleate in Iraq. Eppure gli Stati Uniti hanno operato alcune significative concessioni che costituiscono limiti chiari all'azione della forza multilaterale: limiti di mandato (in particolare, "assicurare la messa in opera del programma e contribuire alla sicurezza della Missione d'assistenza delle Nazioni Unite in Iraq, del Consiglio governativo e delle altre istituzioni di governo provvisorio, e dei principali elementi dell'infrastruttura umanitaria ed economica") e un limite temporale ("il mandato si esaurirà con il compimento della transizione democratica"), per quanto la formula di compromesso raggiunta sia purtroppo ambigua e aperta alle più diverse interpretazioni.
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- Francia, Germania e Russia hanno espresso i loro convincimenti in una dichiarazione congiunta. Essa se, da un lato, sottolinea la centralità dell'unità tra i membri del Consiglio di Sicurezza nell'impegno verso il ripristino della sovranità irachena, dall'altro, afferma che la risoluzione, pur accogliendo alcuni emendamenti proposti dai tre Stati, non crea le condizioni necessarie per un ulteriore coinvolgimento militare e finanziario.
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- Il testo della risoluzione condanna inoltre i recenti attacchi terroristici, in particolare l'attentato alla sede delle Nazioni Unite a Baghdad del 19 agosto 2003 ed enfatizza nuovamente l'importanza di rafforzare la cooperazione tra gli Stati nella lotta al terrorismo.
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- Infine, il Consiglio di Sicurezza invita tutti gli Stati e le istituzioni finanziarie internazionali a sostenere la ricostruzione dell'Iraq, in particolare in occasione dell'imminente Conferenza internazionale dei donatori convocata a Madrid (23-24 ottobre 2003).
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- Il Segretario generale Kofi Annan, immediatamente dopo l'adozione dell'atto, ha affermato che "il comune obiettivo è il ristabilimento della pace e della stabilità il più velocemente possibile in un Iraq sovrano, democratico e indipendente", esprimendo il suo massimo impegno nel portare a termine i compiti a lui affidati dalla risoluzione.
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