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Italia: la Camera approva la ratifica della Convenzione di Istanbul contro la violenza sulle donne

Manifesto sulla violenza di genere presentato a Timor-Est. Immagine in bianco e nero dell'ombra di una mano e del profilo sfumato di una persona.
© UN Photo

Il 28 maggio 2013 la Camera dei Deputati ha approvato all'unanimità (545 voti su 545) il disegno di legge per la ratifica e l'esecuzione della Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, siglata a Istanbul l'11 maggio del 2011. Il provvedimento, che ora passa all'esame del Senato, ha come obiettivo quello di finalizzare l'impegno dell'Italia nei confronti di questo strumento internazionale, firmato dal Paese il 27 settembre 2012.

Ad oggi sono parte della Convenzione Montenegro, Albania, Turchia e Portogallo. Affinché la Convenzione entri in vigore  sono necessarie almeno 10 ratifiche, di cui almeno 8 da parte di Paesi membri del Consiglio d'Europa.

La Convenzione di Istanbul è il primo strumento internazionale giuridicamente vincolante che crea un quadro giuridico completo per proteggere le donne contro qualsiasi forma di violenza. La Convenzione si compone di 81 articoli volti a contrastare ogni forma di violenza, fisica e psicologica sulle donne, dallo stupro allo stalking, dai matrimoni forzati alle mutilazioni genitali e a rinforzare l'impegno a tutti i livelli rispetto alla prevenzione, eliminando al contempo ogni forma di discriminazione e promuovendo "la concreta parità tra i sessi, rafforzando l'autonomia e l'autodeterminazione delle donne".

Tra gli obiettivi della Convenzione vi è anche quello di predisporre di "un quadro globale di politiche e misure di protezione e di assistenza a favore di tutte le donne vittime di violenza in generale e di violenza domestica"; "promuovere la cooperazione internazionale"; "sostenere e assistere le organizzazioni e le autorità incaricate dell'applicazione della legge in modo che possano collaborare efficacemente".

La Convenzione prevede infine che gli Stati istituiscano "uno o più organismi ufficiali responsabili del coordinamento, dell'attuazione, del monitoraggio e della valutazione delle politiche e delle misure destinate a prevenire e contrastare ogni forma di violenza". Importante è anche lo sforzo da compiere per "promuovere i cambiamenti nei comportamenti socioculturali delle donne e degli uomini, al fine di eliminare pregiudizi, costumi, tradizioni e qualsiasi altra pratica basata sull'idea dell'inferiorità della donna o su modelli stereotipati dei ruoli delle donne e degli uomini". Un obiettivo da raggiungere coinvolgendo sia il settore pubblico che privato, i media, le scuole.

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