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L’Italia rinuncia formalmente alla politica dei respingimenti

Salvagente di un migrante al porto di Lampedusa proveniente da una barca di migranti tunisini che si erano persi in mare per oltre quattro giorni, 2010
© UN Photo

L’Italia rinuncia formalmente alla politica dei respingimenti: questo annuncio è stato fatto in una nota ufficiale del Governo italiano al Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa sul piano d’azione a seguito della sentenza Hirsi vs Italia della Corte Europea dei Diritti Umani.

Il Governo italiano sottolinea che non vi è rischio si ripetano le violazioni constatate dalla Corte nella sentenza Hirsi, in considerazione del fatto che le persone eventualmente intercettate in mare vengono accompagnate in specifici centri in Italia dove le situazioni individuali sono esaminate nel rispetto di tutte le garanzie in materia di diritti umani.

Nella nota poi si legge che il “processo verbale” firmato a Tripoli il 3 Aprile 2012 tra i due governi non implica la ripresa della politica dei respingimenti dei migranti intercettati in mare.

Per quanto riguarda la cooperazione tra l’Italia e la Libia la nota parla di un impegno per una buona gestione dei centri di accoglienza in Libia e, in particolare, della costruzione di un nuovo centro di accoglienza e cura medica a Kufra (nell’estremo sud-est della Libia); in più si parla dell’istituzione di un comitato di garanzia italiano-libico che dovrà riunirsi periodicamente nell’uno e nell’altro paese.

Secondo la Convenzione Europea dei Diritti Umani uno Stato condannato dalla Corte deve riferire al Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa le modalità con le quali intende dar seguito al verdetto e di garantire la non ripetizione delle violazioni dei diritti umani incriminate.

Il testo del “piano d’azione” in versione francese, può essere richiesto al CIR a cirstampa@cir-onlus.org

Fonte: Consiglio Italiano per i Rifugiati – CIR onlus

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